Zaccheo: ‘Latina ha bisogno di guardare al futuro e non dividersi sul passato’

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Egregio Direttore,
Latina ha bisogno di guardare al futuro e non dividersi sulla sua storia in uno scontro ideologico che apre ancora una volta una frattura tra vincitori e vinti.
Per questo mi auguro che la proposta di Coletta e di Lbc rimanga solo una proposta estemporanea e questa amministrazione si fermi prima di creare nuovi steccati nella nostra città.

La provocazione lanciata ieri dal sindaco e da alcuni consiglieri di cambiare il nome del Parco Arnaldo Mussolini, intitolandolo a Falcone e Borsellino, segna un punto di estrema divisione tra i nostri concittadini.
Non sono di certo qui a discutere il valore dei personaggi Falcone e Borsellino che tutta italia conosce per la loro storia di coraggio e lotta alla mafia, ma discuto il metodo e il luogo scelto.
Questi due eroi che hanno testimoniato con la loro vita il senso delle istituzioni e la grande fedeltà ai valori della legalità meritano, a mio parere, un’intitolazione ex novo di un luogo simbolo della nostra comunità.
Lo dico perché ho avuto l’onore di conoscere personalmente Paolo Borsellino, standogli a fianco in un convegno organizzato presso Montecitorio dall’allora capogruppo al senato Giulio Maceratini in cui si discuteva di lotta alla malavita e alla mafia e in diverse altre occasioni in cui ne ho apprezzato la comunanza di valori e ideali politici.

Sono certo dunque che Paolo Borsellino mai avrebbe accettato di ricevere un tale onore dividendo una comunità, cosi come sono certo che altrettanto contrario sarebbe stato Giovanni Falcone.
Non si può dunque conferire un così alto onore a personaggi come questi due eroi moderni dividendo Latina e cancellandone un pezzo di storia.
Chi sostiene oggi che il Parco Arnaldo Mussolini fu intitolato dal sindaco Ajmone Finestra cade in un grave errore storico, perché il nome del parco risale agli anni immediatamente successivi alla fondazione della nostra città, quando fu scelta una personalità di prestigio legata ai valori dell’ambientalismo dell’epoca.
Il sindaco Finestra si limitò esclusivamente a scoprire una targa per ricordarne il nome originario.
Ebbene se nessuno negli anni del dopoguerra, quando le contrapposizioni ideologiche erano al loro apice, dopo la cancellazione del nome Littoria, si avventurò nel cambio di nome dei giardini pubblici è grave che lo si voglia fare oggi riproponendo un’inutile contrapposizione nella nostra comunità.

Oggi c’è chi vorrebbe addirittura tornare al nome originario di Littoria proponendo un referendum cittadino, io che durante il mio mandato non mi sono mai sognato di cancellare via Gramsci e Piazzale Berlinguer senza istituire termini di paragone con la loro storia, invece arrivo a dire che non si può ancora una volta cadere in questi errori facendo violenza alle generazioni che sono nate e cresciute a Latina e che bisogna guardare oltre gli steccati.
Sono d’accordo invece all’inserimento nella toponomastica alle porte della città di ‘Latina già Littoria’ perché è una definizione che restituisce la memoria storica e permette a tutti noi cittadini di diverse connotazioni politiche di lavorare insieme per il bene della nostra città.
Il buonsenso dunque imporrebbe ai nostri nuovi amministratori di uscire dal recinto ideologico dei loro sostenitori e di confrontarsi con i tanti che hanno nel cuore Latina scegliendo insieme un luogo nuovo da intitolare a Falcone e Borsellino.

Questa amministrazione che ha raccolto una ‘pesante eredità’ si deve fortemente caratterizzare per la sua azione amministrativa e non come sta facendo per i suoi atti d’imperio e di arroganza volti a dividere la nostra comunità.
Anziché alzare steccati ideologici Coletta e i suoi consiglieri iniziassero a far emergere le loro idee per lo sviluppo e il futuro di questa città.
Latina, le nuove generazioni, i nostri figli hanno bisogno di futuro e non di dividersi sul passato.
Personalmente appartengo ad una generazione che ha inteso il suo impegno politico istituzionale senza nostalgia per il passato ma, se mi si può accusare di essere un nostalgico allora sono un nostalgico del futuro.

Auspico quindi che tutto il dibattito che impegnerà le forze politiche e sociali della città sia indirizzato alla costruzione di uno sviluppo condiviso del nostro territorio.

Vincenzo Zaccheo


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