Zingaretti presenta in candidati per le europee e duetta con Calenda. Parola d’ordine : Unità

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ROMA- Se non sono d’accordo la smettano e andiamo al voto». Nicola Zingaretti chiede il voto anticipato e apre la campagna per le europee provando a incunearsi tra le contraddizione della maggioranza. «Abbiamo depositato la mozione di sfiducia per vedere se i litigi sono veri o sono finti», dice il neo segretario Pd arrivando al tempio di Adriano per presentare i candidati al voto del 26 maggio. Parla della mozione sul sottosegretario Siri, che dovrebbe essere votata in Parlamento intorno al 10 maggio, prima delle europee, con l’obiettivo di mettere all’angolo i grillini.
Con Zingaretti ci sono Carlo Calenda, Giuliano Pisapia, Simona Bonafè, il medico di Lampedusa Pietro Bartolo e gli altri candidati di questa lista unitaria, che Zingaretti presenta così: «La Parola d’ordine è unità, ci sono più donne che uomini, il messaggio forte che abbiamo raccolto con questa lista è “se la democrazia è in pericolo, combattete uniti, non fate scherzi”».
«Con Nicola abbiamo una storia diversa»,ammette Calenda, «un carattere diverso, il mio è molto peggio, ma io sono con lui in questa battaglia. E quando mi dicono che Zingaretti era comunista, uno della ditta, io rispondo “ma che cavolo dici!, guarda le cose che proponiamo”. Leviamoci la sindrome degli sconfitti, su ogni singola cosa marchiamoli a uomo. Loro salvano Siri e noi facciamo la mozione contro di lui, così vediamo cosa fa M5S».

E anche il segretario Pd racconta com’è andata quando ha annunciato la lista unitaria. «A Calenda sono arrivati messaggi del tipo “traditore, puzzone, ti sei alleato con Zingaretti!” e anche a me sono arrivati messaggi del tipo, “siete matti vi mettete insieme a Calenda”. La lista unitaria invece è l’inizio dell’alternativa. Noi siamo uniti dalla coerenza di anteporre una idea e una passione al servizio di tutti, l’opposto dello spettacolo che dà il governo. Una danza macabra in cui si litiga su tutto».

E poi Zingaretti, prima di dare la parola a tutti i capilista, fa parlare uno dei candidati della società civile, lo scienziato Roberto Battiston. «C’è una intera città come Catania che ogni anno lascia l’Italia verso altri paesi e su questo l’Europa ci può dare una mano. Bisogna sapere trattare in Europa, esser competenti e saper difendere questo meraviglioso paese con tutte le sue capacità».


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