Mma, favola Cerilli: l’ex fabbro di Terracina vince in Asia e punta alla cintura dei Massimi

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DA GAZZETTA DELLO SPORT
Il fighter di Terracina manda k.o. Vagabov nel main event One e a 37 anni pensa in grande: ex judoka e testa calda, dopo l’officina, le pulizie e la sicurezza nei locali è diventato tra i migliori pro d’Italia
Di Guido Colombo
Mettere k.o. un avversario che arrivava da 10 vittorie consecutive prima del limite, 9 addirittura al primo round, non è affatto impresa da poco. L’ha fatto oggi a Singapore a Mauro “The Hammer” Cerilli, che nel main event di One, una delle maggiori promotion di Mma e kickboxing al mondo, ha battuto “The Daghestan Machine” Abdulbasir Vagabov. Primo round di studio tra i 2 atleti con il russo che sembrava temere i potenti colpi del nostro connazionale ed anziché scambiare ha tentato per ben 4 volte di portare a terra Mauro ma senza risultati concreti. Di suo il fighter di Terracina ha invece piazzato pochi ma precisi colpi, preludio al k.o. arrivato all’inizio della seconda ripresa. Decisivo un potente calcio destro con la tibia di Cerilli che ha colpito la coscia sinistra del daghestano sbilanciandolo. “The Hammer” ha colto al volo l’occasione e si è lanciato sull’avversario scatenando una raffica di colpi che hanno indotto l’arbitro a fermare il combattimento.
Mauro Cerilli è un personaggio da film, uno di quei film in cui uno sport da combattimento salva la vita a un ragazzo che magari avrebbe fatto una fine diversa. E questo ragazzone di Terracina tutto si aspettava dalla vita tranne di diventare un pro delle Mma, disciplina intrapresa alla soglia dei 30 anni. “The Hammer” compirà 38 anni a marzo, e a questo incontro è arrivato dopo enormi sacrifici e battaglie, prima ancora contro sé stesso che contro i suoi avversari. “Sono cresciuto a Terracina – racconta – e già da piccolo avevo un brutto temperamento. Per educarmi a 6 anni mio padre mi ha iscritto in una palestra di Judo, ed è stata un’esperienza che mi ha fatto entrare in contatto con dei veri valori. Ho anche gareggiato fino a 14 anni, poi ho smesso perché purtroppo mi sono fatto trascinare da cattive amicizie. Passavo tutto il mio tempo per strada ed ero una testa calda, ai tempi poi a Terracina le risse erano frequenti e spesso ero coinvolto. Ho anche rischiato grosso, sono stato accoltellato un paio di volte. Per fortuna non ho avuto conseguenze fisiche gravi e sono stato abbastanza saggio da non cadere nel vizio della droga e a non finire in prigione. A 23 anni mi sono sposato ma il mio matrimonio è finito pochi anni dopo e non nel migliore dei modi. Mi sono ritrovato solo e con una bambina piccola da crescere. Fortunatamente ho però incontrato la mia attuale moglie, con la quale ho poi avuto altri due figli, e lei è stata la grande svolta della mia vita. Mi sono ripreso mentalmente ed anche fisicamente. All’epoca ero obeso, ero arrivato a pesare 160 chili (Mauro è alto 1.88 e oggi combatte a 115 chili, Ndr). Le Mma ho cominciato a praticarle proprio per mettermi in forma. Le seguivo in TV ma mai mi sarei aspettato di farle diventare una professione”.
SI CAMBIA— Presto però le cose cambiano. La ritrovata passione coinvolge Mauro al punto da spingerlo al suo primo combattimento. “The Hammer” debutta direttamente da professionista a 29 anni, dopo solo 1 anno di pratica e senza una preparazione adeguata riesce lo stesso a vincere dopo soli 2 minuti. “All’epoca- ricorda – non avevo nemmeno un maestro. Sono partito con quello che mi ricordavo del judo e poi mi sono formato da autodidatta girando varie palestre in Italia. Ho conosciuto Alessio Sakara del quale sono stato sparring partner per tre anni. Ho poi incontrato la leggenda della muay thai Rob Kaman che in quel periodo viveva a Roma e così ho potuto sviluppare le mie tecniche di colpi”. Tutto questo mentre Mauro lo fa mentre si ritrova costretto a mille lavori e tirando su i figli. Aveva un’officina da fabbro ma è costretto a chiuderla per mancanza di clienti e passa attraverso mille lavori salturari. Fa la sicurezza nei locali quando riesce e va a fare le pulizie nei condomini insieme alla moglie. Eppure, nonostante tutto questo, Cerilli non molla gli allenamenti e continua a vincere. Conquista i titoli nella promotion italiana Slam e nella tedesca Wfmc cumulando un record di 9 vittorie (6 prima del limite) e 2 sconfitte, maturate nel 2015 quando tenta di scendere di categoria e combattere nei Massimi Leggeri. “Una pessima decisione – ricorda – non era il mio peso naturale e infatti tornato nei Massimi ho ripreso a vincere e sono entrato in Cage Warriors, quella che per molti è la miglior organizzazione di Mma in Europa. Mi chiamarono per combattere per il titolo era vacante. L’avversario era un atleta di 6 anni più giovane di me ma con più del doppio dei miei match. Anche in quel caso mi ero preparato da solo e sono riuscito lo stesso a vincere per KO al primo round”.
NUOVA SVOLTA— Dopo quel successo Mauro incontra l’altra persona (insieme alla seconda moglie) che ha dato una svolta alla sua vita: Lorenzo Borgomeo, maestro anche di Carlo Pedersoli JR e di molti altri fighters all’Aurora di Roma, la più grande palestra di Mma in Italia. Un pioniere di questo sport, kickboxer di alto livello che nel 2007 si era trasferito negli USA per tentare una carriera nelle Mma. “Finalmente avevo un maestro – racconta Mauro – e con lui ho difeso il titolo Cage Warriors nel 2018 vincendo per KO dopo soli 15’’. A oggi sono uno dei pochi italiani ad aver conquistato la cintura in quella promotion e l’unico ad averla difesa con successo”. Vittorie che 8 mesi dopo gli valgono una chiamata da One con una proposta che ben pochi avrebbero accettato: mancano solo 3 settimane alla difesa del titolo da parte di Brandon Vera, per anni stella Ufc dove ha incontrato leggende come Jon Jones, Fabricio Werdun e Shogun Rua, Cerilli non è pronto ed è pure reduce da un piccolo intervento chirurgico ma accetta lo stesso. Poi il campione vince per k.o. nel primo round, anche se molti ritengono che l’arbitro abbia fermato prematuramente il combattimento. Mauro però ottiene un contratto con ONE che finalmente gli permette di vivere da atleta full time. Nel secondo match in Asia mette k.o. al primo round il favoritissimo Alain Ngalani per poi perdere ai punti (verdetto molto discusso) contro Arjan Bhullar. Intanto però “The hammer” Cerilli è entrato nel cuore dei fans asiatici. E ora che ha sconfitto anche Vagabov, la rivincita con Vera per il titolo è più che un’utopia. A chi però gli chiede a cosa tenga di più lui risponde “la famiglia. È la mia più grande motivazione ogni volta che entro in gabbia. Tutto quello che faccio è per i miei figli, significano tutto per me. Nell’ottagono mi spingono oltre i miei limiti e le mie paure. Cerco sempre di essere un supereroe della vita reale per loro. Voglio che vedano un atleta e un padre che mostra lealtà, sportività, umiltà e rispetto. Voglio mostrare loro che è importante affrontare le proprie paure e mostrare coraggio nella vita”.
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Paolo Iannuccelli è nato a Correggio, provincia di Reggio Emilia, il 2 ottobre 1953, risiede a Nettuno, dopo aver vissuto per oltre cinquant'anni a Latina. Attualmente si occupa di editoria, comunicazione e sport. Una parte fondamentale e importante della sua vita è dedicata allo sport, nelle vesti di atleta, allenatore, dirigente, giornalista, organizzatore, promoter, consulente, nella pallacanestro. In carriera ha vinto sette campionati da coach, sette da presidente. Ha svolto attività di volontariato in strutture ospitanti persone in difficoltà, cercando di aiutare sempre deboli e oppressi. É membro del Panathlon Club International, del Lions Club Terre Pontine e della Unione Nazionale Veterani dello Sport. Nel basket è stato allievo di Asa Nikolic, il più grande allenatore europeo di tutti i tempi. Nel giornalismo sportivo è stato seguito da Aldo Giordani, storico telecronista Rai, fondatore e direttore della rivista Superbasket. Attualmente è presidente della Associazione Basket Latina 1968. Ha collaborato con testate giornalistiche locali e nazionali, pubblicato libri tecnici di basket e di storia, costumi e tradizioni locali Ama profondamente Latina e Ponza, la patria del cuore.