25 aprile e 4 maggio, Festa della Liberazione a mezz’asta

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Cara Italia, non c’è nulla da festeggiare né il 25 aprile né il 4 maggio. Sarà una finta Liberazione. Arriveranno tasse e fallimenti. E i nuovi poveri.

Dicono che sia la Festa della Liberazione. Oggi è 25 aprile. L’Italia fa festa. Anche se poi la vera Festa della Liberazione diventerà il 4 maggio. Come gli americani e gli algerini festeggeremo l’indipendenza il 4 (loro a luglio). Però credo che il 4 maggio continuerà la nostra fine. Basta qualche piccolo ragionamento e magari ci ritroveremo ad analizzarlo qui il 25 aprile (o il 4 maggio) del 2021.

LA BOCCA DI FUOCO – La famosa bocca di fuoco messa su dal Consiglio dei ministri per aiutare la ripresa economica degli italiani in realtà allungherà la nostra agonia, perché per accedere ai finanziamenti per dare ossigeno alle imprese è possibile solo a quelle aziende che non hanno pendenze arretrate, che equivale a firmare la condanna a morte delle imprese sofferenti, che non solo non hanno lavorato per la chiusura imposta per le note restrizioni da Covid-19 (e manco vale il refrain danno emergente lucro cessante. Con chi te la prendi? Che fai, come il governatore del Missouri, che ha denunciato la Cina?!) e quindi non hanno guadagnato, ma non hanno nemmeno la possibilità di riprendersi e guardare al futuro. Non ci credete? Pensate a quelle attività che saranno costrette per accogliere il pubblico a sanificare e igienizzare quotidianamente, ristrutturare e rivoluzionare l’interno del locale, la filosofia e l’azione dell’impresa. Con quali soldi? Come fare fronte alle nuove spese? Rompendo il proprio salvadanaio? Accedendo al credito? Fatevi un giro e ponete domande, sentirete che risposte. Chissà quanto saranno affollate le sezioni fallimentari dei tribunali appena terminata la stagione estiva, con le tasse che pioveranno da parte dello Stato. E immaginate già ora che speculazione sarà in atto da parte di chi ha soldi e invece lo stato di chi non ne ha. E usiamo anche un po’ di fantasia su come potrà sguazzare in momenti d’incertezza e buio economici la criminalità organizzata rilevando, sostituendosi e ricattando. Sarà un flagello.

DIVARIO RICCHI E POVERI – Questo che significa? Significa che il divario tra ricchi e poveri sarà sempre maggiore, anche perché ci sarà l’ondata dei nuovi poveri. Assisteremo a città che verranno completamente ripensate sul modello sudamericano: villas miserias da una parte e barrios cerrados dall’altra. E credo che non ci sia necessità nemmeno della traduzione.

Vedrete che tra 1 anno i partiti oggi all’opposizione godranno di grande sostegno da parte degli italiani, per la politica miope di questo Governo. E in questo caos non mi stupirebbe la nascita di qualche falso profeta come ci insegnano i romanzi distopici, perché quando si è disperati si crede davvero a tutto, anche alle farneticazioni. E vedrete che a breve qualche Ufficio Affari Riservati salterà fuori nel Paese di Gladio, della Propaganda2, delle strategie della tensione, dei depistaggi, dei segreti di Stato mai svelati, dei favori fatti allo Stato parallelo e tutte le altre storture da democrazia occidentale quale siamo.

PROFEZIE DA CASSANDRA – La frase niente sarà più come prima è quanto mai veritiera, i 60enni avranno un raggio d’azione limitato, ci sarà il coprifuoco alle 23 come se vivessimo sotto junta militar, accanto al distanziamento sociale esploderà la diffidenza sociale, la gente sarà costretta a uscire di meno da casa, consumerà e spenderà meno nelle attività tradizionali, acquisterà via internet, vivremo in città modello alveare. E, chissà, la Germania potrà comprare i nostri titoli…

Sparo visioni come la Cassandra di turno? Me lo auguro, i corsi vichiani ci insegnano anche che le rinascite appartengono allo spirito indomito dell’uomo. Però, oggi assistiamo alla scienza inesatta dei virologi che presi da onanismo televisivo ossessivo gareggiano per essere invitati a format e rotocalchi per diffondere verbo e verità soggettive, basta che contrastino con le teorie di un altro scienziato. Ecco, magari, è il caso di tornare oggettivi e guardare la realtà per quello che è e per quello che sarà. E chissà ripartire da noi stessi e dagli uomini di buona volontà che vorrebbero scrivere nuove pagine per un Paese e un mondo migliori. Poi, forse, potremo anche festeggiare la Giornata della Liberazione. Però ancora non saprei di quale anno.


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