ROMA – Accedere al profilo Facebook del partner è reato anche se lui o lei vi tradisce. È vietato usare le credenziali Facebook del proprio partner, anche se è stato proprio lui a darvele, per controllare le conversazioni che intrattiene con altre persone e – per gelosia – arrivare addirittura ad estromettere dall’account Facebook il ‘legittimo’ titolare del profilo. Lo sottolinea la Cassazione rilevando che un comportamento del genere configura il reato di accesso abusivo nella privacy indipendentemente dal fatto che le credenziali siano state ottenute lecitamente o meno.

Per questo la Suprema Corte, come racconta l’Huffingtonpost– con il verdetto 2905 – ha condannato un marito che era entrato “nel profilo Facebook della moglie grazie al nome utente ed alla password utilizzata da quest’ultima, a lui noti da prima che la loro relazione si incrinasse, aveva così potuto fotografare una chat intrattenuta con un altro uomo e poi cambiare la password, così da impedire alla moglie di accedere al social network”.


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