Allarme Corallo Rosso: ancora reti illegali a Calafuria

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LIVORNO – “Sono lì e rimangono lì perché non possiamo toglierle senza l’intervento della Capitaneria di Porto” denuncia Mario Lupi dell’Associazione Salviamo il Coralllo di Calafuria “la cosa più scandalosa” continua “è che oltretutto nessuno dice niente, niente misure per salvaguardare il Coralllo Rosso, l’ambiente e il Sic, nessun segnale neanche in ragione della direttiva comunitaria che vieta questo tipo di pesca in quest’area”. Le reti calate sul fondo di Calafuria a soli 8 metri dalla costa sono state riprese dal sub e fotografo Alessandro Borsini nella giornata di ieri e per adesso devono restare lì. Infatti come sottolineato dagli esperti la Capitaneria è l’unico ente autorizzato ad intervenire. Ma si tratta dell’ennesimo caso che viene riscontrato di pesca con reti che possono lesionare e distruggere il preziosissimo Coralllo Rosso di Calafuria, raro perché quasi unico nel Mediterraneo a crescere solo a pochi metri dalla superficie. Il mare di Calafuria è una nicchia per la biodiversità, è presente la posidonia e grazie alla conformazione del fondo marino con il ciglio senza scarpata sono presenti in gran numero anche diversi tipi di pescato di pregio, soprattutto aragoste e cernie. Il Sic Marino, l’area protetta a livello comunitario è poco più grande di un miglio partendo dalla costa e non sarebbe difficile da regolamentare grazie alla normativa comunitaria ottenuta due anni fa che prevede la tutela ambientale. Purtroppo e troppo spesso, come in questo caso, tali regole vengono cosi aggirate: “Si potrebbero stabilire regole precise per autoregolamentarsi” tuona ancora Mario Lupi “sapere in maniera precisa cosa si può e cosa non si può fare, se si può andare con la moto ad acqua, da dove a dove, le barche, le immersioni etc. Tempo fa avevamo provato con la nostra associazione a mettere almeno una boa di segnalazione, ma quest’anno ci è stato impedito pure questo”. Le associazioni ambientaliste lanciano ancora un altro appello per la salvaguardia del Sic di Calafuria cbe comprende anche l’importante bene storico e culturale che è la medievale Torre di Calafuria, abbandonata da anni nonostante il notevole pregio, sulle cui competenze e assegnazioni d’uso si stanno levando da tempo e da più fronti nubi minacciose.


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Divento giornalista pubblicista nel 2012 lavorando per Il Tirreno per quattro anni e mezzo nella redazione della cronaca di Livorno, in seguito faccio varie esperienze personali sempre volte ad accrescere la mia esperienza professionale. Ho collaborato con più di un giornale on line, guidandone alcuni, ho lavorato come addetto stampa nel campo della politica, dello sport e dello spettacolo, attualmente affianco la professione giornalistica a quella di scrittore.