Analizzare la pazza crisi di Governo? Impossibile. La grande assente è la Politica

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“La situazione è grave, ma non è seria”, avrebbe sintetizzato Ennio Flaiano.

Ed infatti, in questa estate incandescente, tutto ha il sapore della farsa, della cialtronata , del piccolo cabaret di scarsa qualità.

Dov’è finita la politica non si sa, l’ideologia manco a parlarne. Gaber, in destra-sinistra, cantava:”L’ideologia, l’ideologia è l’ossessione, la passione per la tua diversità , che al momento dove è andata non si sa”. La diversità, le differenze. Un tempo chi era socialista non poteva dirsi repubblicano. Viceversa un comunista incarnava valori diametralmente opposti a quelli, che so, di un democristiano. E poi c’erano i radicali con le battaglie civili, i nonsense e i mille satyagraha di Pannella. I post fascisti di Almirante erano quelli ma il leader della destra italiana li ha sempre resi pienamente costituzionali e digeribili ad un Paese nato dalla Resistenza al nazifascismo. Insomma, il panorama politico era stracolmo di opzioni e di culture, di letture e di formazioni differenti.

Certo, qualche bustarella ci sarà anche stata. Ovvio, la corruzione “spuzza” come ebbe a dire l’ottimo Bergoglio. Epperò vuoi mettere le mazzette allo spettacolo indegno ed inumano della Open Arms? 134 esseri umani, tra cui diversi bambini, costretti a galleggiare in mezzo al mare con due soli bagni a disposizione. Tutto ciò per consentire al Ministro dell’Interno, tra un selfie ed un altro nell’orto del suocero Verdini con tanto di crocifisso al collo, di giocare all’allegro dittatorello.

Notizia di pochi istanti fa che, alla fine, i migranti siano sbarcati a Lampedusa evitando così al Capitano l’ennesima inchiesta della Procura di Agrigento per sequestro di persona.

I porti chiusi non esistono. Gli sbarchi sono crollati con Marco Minniti grazie ad accordi strategici siglati in Libia. Basterebbero questi pochi fatti a porre fine a questo squallido giochetto elettorale.

Glielo ha detto Giancarlo Giorgetti, al Capitano, dov’è che ha sbagliato ad innescare questa pazzoide crisi di governo: nella tempistica. La Lega avrebbe potuto rompere quando in Europa i Cinque Stelle insieme al Pd hanno eletto la nuova Presidente della Commissione Europa, mica bruscolini.

Ed invece si è scelto il ridicolo pretesto di una mozioncina sulla Tav per “andare al voto in modo di massimizzare il consenso elettorale”, stando a quanto riferito dal Premier Conte sul colloquio avuto con Salvini i primi di agosto.

Da allora, in quindici giorni, è accaduto di tutto. La Lega presenta una mozione di sfiducia al Governo Conte, Governo in cui esprime il Vicepremier e ben sette postazioni in Consiglio dei Ministri. Salvini sceglie di non dimettersi e di non ritirare la delegazione leghista. Giuseppe Conte, d’intesa con il Capo dello Stato, decide di parlamentarizzare la crisi , riferendo alle Camere tra il 20 ed il 21 agosto. Palazzo Madama, dunque, si riunisce per stabilire il calendario della crisi. Salvini, dagli scranni della Lega, tra una battuta e l’altra, tenta la mossa del cavallo. Rivolgendosi ai grillini dice :” Tagliamo i parlamentari ed un attimo dopo andiamo al voto”.

Ed è a questo punto che al Ministro dell’Interno, che fino a quel momento pareva essere il dominus della situazione, sfugge il controllo dell’operazione. Al Senato, infatti, il tabellone delle votazioni mostra una nuova maggioranza che, nei fatti, si è plasmata: Cinque Stelle, Pd, Leu ed Autonomie.

La maggioranza non esiste più, non per l’effetto della rottura di Salvini ma per le nuove alleanze che i parlamentari, pur di non andare al voto, hanno imbastito in Parlamento.

Salvini sbanda. Giorgetti sembra dire, ed in parte lo dice “ve l’avevo detto, io”. I Governatori del nord, Zaia e Fontana, vedono allontanarsi la riforma delle autonomie. Che farà Mattarella? In vacanza alla Maddalena con la figlia, anticipa di tre giorni il rientro a Roma. Il Presidente è al Quirinale ché questi son capaci di tutto. Ed infatti..

Salvini si pente, fa in modo che Luigino sappia che il suo smartphone è sempre acceso. Più di qualche indiscrezione filtra che il Capitano abbia perfino offerto all’ex bibitaro del San Paolo lo scranno più alto di Palazzo Chigi, magari spedendo Giuseppe Conte a fare il commissario europeo. Di Maio gli risponde picche :”La frittata è fatta, buona fortuna!”.

Nel frattempo, nel Pd, è la solita rissa: Renzi sgomita per fare il Governo con quelli che linciarono la sua amata Maria Elena e che fecero il segno delle manette ai tempi dell’arresto di babbo e mamma. “Uno statista antepone il proprio risentimento al bene del Paese”. Bravo, sembra quasi sincero. Lo statista di Rignano, dunque, ci spiega che serve un Governo per scongiurare l’aumento dell’Iva al 25%. Condividiamo la preoccupazione di Renzi e però vorremmo sapere come, in che modo due forze politiche così diverse si propongono di stringere un’alleanza.

Zingaretti, che del Pd dovrebbe essere il Segretario, preme per andare a votare. Si toglierebbe un po’ di renziani dal groppone e riempirebbe le liste di amici e compagni, sopratutto di questi ultimi.

Carlo Calenda, che val solo per sé, fa sapere che se accordo con i grillini sarà, non in suo nome. Ha già pronto un partito nuovo di pacca, liberal e democratico.

Terminate le dichiarazioni di Conte, a cui seguiranno inevitabili dimissioni, il timone passerà nelle mani sapienti di Sergio Mattarella. Il quale ha fatto sapere che un governo politico Pd -Cinquestelle dovrà avere i seguenti requisiti: un orizzonte di legislatura, numeri certi e un programma condiviso. Sembra facile a dirsi, per chi scrive appare quasi impossibile da farsi. A quel punto il Capo dello Stato darebbe l’incarico alla Presidente del Senato di varare un Governo istituzionale che faccia la manovra, metta in sicurezza i conti e spedisca il Paese al voto in primavera.

Questa pazza crisi di mezza estate sfugge ad ogni analisi tradizionale della politica, ad ogni scenario e persino ai retroscena. Il materiale umano farebbe invidia ad un centro d’igiene mentale.

Nonostante la calura, citando Ungaretti si sta come d’autunno,sugli alberi, le foglie.

La verità è che ogni giorno ha la sua pena e che le categorie della Politica, semplicemente, non esistono più.


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Sono laureato in Scienza della Politica con tesi dal titolo: ”L’eccezionale: Storia istituzionale della V Repubblica francese”. Socialista liberale libertario e radicale. Mi sono sempre occupato di politica e comunicazione politica collaborando a campagne elettorali e referendarie. Ho sempre avuto una passione per il giornalismo d’opinione e in News-24 ho trovato un approdo naturale dove poter esprimere liberamente le mie idee anche se non coincidono sempre con la linea editoriale della testata. Ma questo è il sale della democrazia e il bello della libertà d’opinione.