“Anatomia di una caduta”, un articolato thriller giudiziario di forte impatto emotivo

38

Titolo: Anatomia di una caduta

Titolo originale: Anatomie d’une chute

Genere: thriller

Durata: 150 min

Regia: Justine Triet

Sceneggiatura: Arthur Harari, Justine Triet

Produzione Paese: Francia, 2023

Cast: Sandra Hüller, Swann Arlaud, Milo Machado Graner, Antoine Reinartz, Samuel Theis, Jehnny Beth, Saadia Bentaieb, Camille Rutherford, Anne Rotger, Sophie Fillières, […]

In una baita isolata di una zona alpina nei pressi di Grenoble, in Francia, la scrittrice tedesca Sandra (Sandra Hüller) vive assieme al marito Samuel (Samuel Theis), un ex professore universitario e aspirante scrittore, con il figlio ipovedente Daniel (Milo Machado Graner) e il vecchio cane Snoop, in piena tranquillità, o almeno così sembra. Un giorno Daniel, dopo una passeggiata nel bosco in compagnia obbligata del cane, al rientro si accorge di un corpo steso sulla neve in prossimità dell’ingresso di casa. Si avvicina, lo osserva attentamente, lo palpeggia e percepisce che è suo padre che sta immobile e senza respiro. Chiama, allora, gridando, la madre la quale si rende conto subito che il marito è morto probabilmente urtando la testa nella caduta dalla finestra della mansarda, dove ogni giorno era solito lavorare e ascoltare musica ad alto volume. Ovviamente, come avviene in questi casi, la polizia, dopo un’indagine eseguita da esperti, più che al suicidio è indotta a sospettare, senza avere però prove sufficienti, che sia stata la moglie a spingere il marito nel vuoto mentre stava affacciato alla finestra. Conseguentemente Sandra, essendo incriminata, si rivolge per la difesa ad un suo vecchio amico, l’avvocato Vincent Renzi (Swann Arlaud), il quale le  rivela che “I risultati dell’autopsia sono inconcludenti. La caduta accidentale sarà difficile come strategia di difesa. È per questo che apriranno un’inchiesta per morte sospetta. Perché eri l’unica persona presente. E chiaramente sei sua moglie”.

Anatomia di una caduta è un thriller che si srotola attraverso lo svolgimento di un processo, dove Sandra viene, maldestramente e provocatoriamente, sottoposta dal Pubblico Ministero (Antoine Reinartz), già prevenuto, a dare delle risposte soltanto su delle ipotesi, che per lui sono presunte certezze. E per far questo entra a pieno titolo dentro i segreti dell’intimità familiare, da cui emerge la conflittualità della coppia, generata da scelte del marito in seguito all’incidente che causò il danneggiamento della vista al figlio, e dall’inclinazione sessuale della moglie, una donna che per la sua levatura culturale appare comportarsi e pensare in maniera non conforme agli archetipi sociali.

Tutto il processo necessariamente coinvolge emotivamente Daniel che, pur seguendo passo dopo passo lo svolgersi delle udienze, si rende conto che alla fine ne risulterebbe una verità processuale che potrebbe non coincidere con la verità vera. E, in tal caso, lui rimarrebbe per tutta la vita con questo dubbio amletico. Allora, essendo l’unico a conoscere affettivamente e profondamente i genitori, vuole superare da sé l’intricato gioco autoptico tra verità e falsità, instauratosi tra il Pubblico Ministero, i testimoni, l’avvocato difensore e la madre stessa, ponendosi delle domande a cui dare delle risposte certe. E, quindi, Daniel avvisando un’esasperazione del suo conflitto interiore, va alla ricerca di queste risposte per togliersi il dubbio e avere la certezza fondata che non sia stata la madre a uccidere il padre.

Già il titolo di Anatomia di una caduta mette in attesa lo spettatore che sin dalle prime sequenze scenografiche, che si svolgono in un paesaggio isolato e candido per la neve, viene invitato ad esaminare i profili rispettivi di madre e figlio e il connesso rapporto affettivo nel suo svolgersi. In tal modo, lo spettatore prende inconsapevolmente la parte di uno qualsiasi dei giurati seguendo con attenzione tutto ciò che viene detto senza farsi sfuggire il minimo dettaglio al fine di dare un responso che sia più rispondente alla realtà. E questo avviene perché la regista Justine Triet, attraverso i dialoghi continui, la ripresa oculata degli sguardi e dei comportamenti dei personaggi, ha creato le condizioni adatte per un modus operandi che si potrebbe considerare attinente, in parte, al metodo scientifico basato sull’osservazione, sull’analisi e sulla conferma dei risultati e, in parte, all’arte maieutica in quanto Daniel vuole confermare la verità che egli già possiede conoscendo intimamente la madre.

Il film Anatomia di una caduta di Justine Triet, dopo aver ricevuto la Palma d’oro al LXXVI Festival del Cinema di Cannes e, al Golden Globe 2024, il Premio per miglior film straniero e il Premio per la migliore sceneggiatura a Arthur Harari e Justine Triet, e ancora l’en plein di premi (sei) al European Film Awards 2023, è candidato agli Oscar 2024 per la miglior regia a Justine Triet, per la miglior attrice protagonista a Sandra Hüller, per la miglior sceneggiatura originale a Arthur Harari e Justine Triet, per il miglior montaggio e per miglior film; inoltre ha vinto il Premio miglior film straniero al National Board of Review Awards 2023.

Filmografia

Las Bataille de Solferino (2013), Tutti gli uomini di Victoria (2016), Sibyl – Labirinti di donna (2019).

Francesco Giuliano


News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.



Articolo precedentePicchiano un uomo per farsi dare 10 euro; denunciati
Articolo successivoAuguri a nonna Maria e nonna Wally, due nonnine livornesi di 103 e100 anni
Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).