In latino “pueritia”=fanciullezza vale fino al 17° anno. Ma il problema non è questo visto che “immatura” continua a essere l’istituzione scolastica nazionale tutto compreso, e non parliamo dei presidi: ce ne sono di quelli che andrebbero retrocessi ope legis! Comunque,l’emergenza corono-virale ha inaugurato la cosiddetta didattica a distanza eliminando questa -la distanza- in occasione degli esami e vivaddio! Esami a parte, la scuola è un “palcoscenico” che deve interagire necessariamente col pubblico. Fermo restando la prova suppletiva forzosamente virtuale causa detta emergenza, ho condiviso pienamente quanto scrive Asor Rosa (leggendogli nel pensiero prima del suo scritto!): “La mia impressione è che se la comunicazione informatica ha impedito il disastro ,per altri versi lo ha sistematizzato e perciò reso ancor più permanente. E’ come dire: visto che esiste questa risorsa, si può accettare di essere soli,si può accettare di restarlo” (A. Asor Rosa,La Repubblica,12.06). Non solo il problema ma anche il dubbio permane. Tanto per cominciare: si cominciasse a consigliare(a imporre) la lettura de I promessi Sposi di quel grande, se ne facesse un lettura programmata in televisione come intermezzo linguistico “pubblicitario”. La piantassero gli italiani di usare a sfascio i termini anglo-americani: basta! Si dice che un tempo la televisione abbia insegnato agli italiani a parlare, è vero, ma anche a riflettere. Oggi,invece, istiga all’insulto, al parlare becero e “misto” (la pletora di termini inglesi etc.) . L’inglese lingua comune? NO, grazie, almeno in patria! Loro,gli inglesi, intercalano nel loro parlare termini italiani? Figurarsi! Comunque, prendetele le mie come le esternazioni di un vecchio folle, mi sta bene, ma porterò avanti la mia “bandiera” (che non è,certo, quella di Salvini)! Tornando alla maturità: cari ragazzi, fatevi valere e non solo per i “contenuti” (scolastici) ma anche per la vostra “presenza”. Una presenza che,purtroppo, è stata molto scarsa alla manifestazione di sabato (parco cittadino) contro il razzismo alla quale hanno dato voce,oltre che alcuni giovani più volenterosi o partecipi,anche alcuni insegnanti (Prof.sse Coronati, De Santis) con succinte ma incisive parole; ha introdotto E.Drudi. Mentre ascoltavo (in piedi) vedevo passare sciami di adolescenti incuranti affatto di quel che avveniva, non solo indifferenti ma anche “brutti”. Latina ha sempre vantato di avere una gran bella gioventù, a dire il vero, quelli che transitavano,solo a vederli, non mi parvero né di gentile né di bell’aspetto! Mi chiedo: non sarebbe possibile, soprattutto a scuola, “costringerli” a pensare e a curare il senso estetico?! A “sobillarli” affinché partecipino non dico alle sommosse,ma almeno a istruttive manifestazioni? Ai miei tempi si faceva,in certi occasioni l’ho fatto anche da preside, attenzione: a scuola non si fa politica? Ancora questa canzonaccia? Per favore! Il risultato di non fare politica a scuola (studiando) è anche quello di lasciarli sciamare come cani sciolti senza collare: questo,il collare, invece ci vuole! A coloro da oggi impegnati nella prova superlativa (!) del loro iter scolastico consiglio di leggere il bel libro di V. Tendrjakov “La notte dopo l’esame di maturità” (Einaudi). Così la quarta di copertina: “Dopo la festa della <maturità> studenti e professori […] scoprono ciò che li divide al di là della superficiale comunanza [….] un nuovo confronto tra <padri e figli>,un nodo di reazioni diverse in un mondo complesso che si libera di vecchie certezze”.(gimaul)


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