Due Note. Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara e Dintorni

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1) Non ho potuto essere presente alla “comparsa” (in senso lato!) del (cosiddetto) ministro della per me sempre Pubblica Istruzione (LT hotel Europa) con buona pace della Moratti già preposta a codesto ministero e della Gelmini entrambe “demolitrici” di alcuni aspetti determinanti della scuola italiana l’una per avere alterato lo storico logo “Pubblica istruzione” cassando il per nulla casuale aggettivo presumibilmente a non voler sminuire le scuole private? per carità ma non era necessario arrivare a tanto! L’altra per aver fatto piazza pulita delle Sperimentazioni ossia della Autonomia di cui la sperimentazione Brocca (36h sett.) onnicomprensiva dell’insegnamento di Diritto ed Economia) ha prefigurato una miniriforma di tutto rispetto considerato che a tutt’oggi si attende ancora una riforma con buona pace del benemerito Giovanni Gentile che sarà stato pure “fascista” comunque con tanto di coco di cui uomo o donna a seguire niente a paragonarsi vale a dire dopo di lui il diluvio. Della modesta Azzolina non val la pena neppure parlare che dire dell’attuale se non della sua assoluta de-ficienza e in-efficienza, anonimo e innominabile in buona sostanza della sua povertà intellettuale e fattuale di cui l’ultima uscita sui docenti nordisti e sudisti è davvero clamorosa. Insomma fino a che punto la scuola italiana dovrà sopportare la gogna di soggetti a dir poco inadeguati idest impreparati a sostenere l’onere non possedendo né onore né cultura e professionalità all’uopo? Vero è che mi sono astenuto dal partecipare al detto incontro ad evitare di sbilanciarmi in pubblici insulti! Lo stesso dicasi di tali dirigenti olim presidi alcuni o poco più dei quali potrebbero convenientemente dirigere chissà il traffico sottolineando che anche in quella veste si richiede un briciolo di intelligenza non disgiunta dalla competenza! Nel designare i suddetti a dirigere una scuola non sarebbe opportuna una preliminare disamina diciamo un colloquio per saggiarne non diciamo le qualità primarie ma almeno quelle ordinarie? Un tempo esistevano gli ispettori si dirà vabbé comunque sempre un deterrente erano oggi invece tutto è lasciato all’arbitrio e al discredito. Quanto all’attuale ministro sarei tentato di delinearlo col titolo di un celebre film, ovviamente, altra trama <Il grande sonno> risultando costui un fantasma cioè incorporeo! Come già precedentemente sottolineato dobbiamo ringraziare quei non pochi docenti eccellenti autentici alfieri e condottieri di una nave senza nocchiero che gli stessi governano con il lume della ragione e della competenza mettendo al riparo i giovani da un naufragio tristemente sempre in procinto di travolgerla. Da vecchio uomo di scuola a loro esterno la mia gratitudine.
2) Bel film “Il primo giorno della mia vita” di P. Genovese condotto sul filo dell’intimismo misto a una punta di solipsismo per essere in filigrana inevitabilmente autobiografico (il figlio del regista ha travolto e ucciso con l’auto una ragazza che attraversava la strada a RM) perciò avrebbe richiesto un minimo di “straniamento” brechtiano secondo il quale l’attore deve indicare al pubblico il personaggio evitando di immedesimarsi in esso è questa, forse, la causa di un ritmo un pò faticoso dovuto chissà all’ansia o al pudore di comunicare l’incomunicabile cioè il dolore poiché dolori profondi rigettano la mortificazione del conforto tutt’al più richiedono una tacita sommessa complicità. Il messaggio che arriva dritto al cuore è il mal di vivere specie quando si è perduto un bene, il portarselo come un fiore all’occhiello un “fiore del male” appunto che non emana profumo come canta Barbara “Le mal de vivre” che si conclude però con un grido di gioia <la joie de vivre>, inevitabile il risuonare dei versi di Montale <Spesso il male di vivere ho incontrato…>, insomma, la vita va-andrebbe vissuta come fosse sempre il primo giorno, primo non come gerarchia numerica ma come assoluto naturale, come un “numero primo”?! Impeccabile l’interpretazione di Toni Servillo decisamente “brechtiana” cioè straniata non da meno quella di Mastandrea anche della giovane attrice. Si esce dal cinema un pò “affaticati” non saprei perché paventando inconsciamente il “mal di vivere” o per essere stati coinvolti da non pochi dei nostri “primi giorni” La butto in aria: fossi stato il regista avrei siglato il finale con i seguenti versi:
<Nei giorni i cui la loro caduta era certa/-sulle mura già cominciava il lamento funebre-/ i Troiani raddrizzavano pezzetti di legno, pezzetti/ nelle triplici porte, pezzetti. / E cominciavano ad aver aver coraggio e buone speranze. // Anche i Troiani dunque….>
(B. Brecht)
Appunto, come fosse il primo nuovo giorno!


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