Con Margherita Cancellieri, architetto e direttore del Museo di Priverno, ricordavamo recentemente
il giorno dell’inaugurazione del museo di Ventotene. C’ero anch’io quel giorno, in veste di cronista e ospite del sindaco di allora, Beniamino Verde, morto in un incidente stradale insieme al suo vice mentre si recava a Latina per un incontro istituzionale. Non si può parlare di Ventotene se non si parla di Verde. Come non si può parlare di Verde se non si parla del suo sogno: la creazione di un museo sulla sua amata isola. E non si può parlare di museo senza nominare l’archeologo Giovanni Maria De Rossi, marito di Margherita, scomparso stanotte.
L’idea del museo racconto’ a suo tempo il professor De Rossi, venne in mente a Beniamino in una fredda e stellata serata di febbraio, in una piazza Castello completamente deserta. Erano lì, dopo aver cenato e discutevano su come dare casa ai parecchi reperti scavati nell’isola. Per conservarli e valorizzarli. Beniamino, disse De Rossi, con “quella istintiva capacità di sintesi che lo contraddistingueva, trasse immediatamente le conclusioni. Il Museo lo apriremo sotto il Comune, sentenzio’”.
Non fu una cosa facile, ma i reperti sfuggiti ai vari furti, trovarono finalmente un posto degno per raccontare a tutti la storia dell’isola.

Era l’8 luglio del 1989 quando venne inaugurato e Beniamino, paladino da sempre dei suoi concittadini, pur circondato da tante autorità, prese le forbici per tagliare il nastro e le diede a una bambina ventotenese che si era introdotta in mezzo a loro. Un gesto dal significato profondo. Il Museo sarebbe stato l’orgoglio dei giovani ventotenesi.
Vennero in molti quel giorno. La Soprintendente, molti sindaci, Gabriele Panizzi, allora vicepresidente del Consiglio regionale e Maurizio Calvi, vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia. Calvi arrivò in elicottero: “era l’unico modo per poter essere presente. Ero fuori per un impegno istituzionale. Beniamino Verde ci teneva molto che io partecipassi a quell’evento, anche perchè Ventotene era il mio collegio elettorale. Solo così riuscii ad arrivare in tempo lì.”
L’impegno e l’amore di De Rossi per Ventotene è continuato anche dopo. Oltre ad essere stato il direttore del Museo che guarda Santo Stefano, il professore ha coordinato anche varie campagne di scavi, da Villa Giulia alla Cisterna dei carcerati. Negli ultimi tempi, pur avendo avuto dei seri problemi di salute, continuava a progettare e a sentirsi spesso con l’amico ingegnere Antonio Santomauro. Lo scrive Carlo Picozza su Repubblica: “Mi aveva chiamato una decina di giorni fa”, racconta Santomauro, “con un filo di voce che stentavo a sentire, mi ripeteva che avrebbe voluto finire lo studio sul porto romano, sulle aree sepolcrali, sulla villa imperiale e sulle zone di servizio alla dimora di Giulia, prima di morire: desiderava completare la collana sulle “Ricerche archeologiche nell’isola di Ventotene” per i tipi di Archaeopress Roman Archaeology, Oxford”.

Rigorosissimo studioso De Rossi ha lasciato traccia anche a Priverno.
Lo ricorda così la sindaca Anna Maria Bilancia: “ La città di Priverno piange la scomparsa di una persona davvero speciale, l’archeologo prof. Giovanni Maria De Rossi, per noi il caro Gianni, docente universitario di Topografia Antica ed eccellente studioso di Topografia Medievale, al quale dobbiamo una parte importante di storia “ritrovata” e condivisa del nostro territorio.
Una gran bella persona, raffinata e garbata, sempre disponibile, un padre e un nonno premuroso e un marito sempre al fianco della donna che ha amato per tutta la vita, Margherita Cancellieri, la nostra direttrice dei Musei Comunali di Priverno.
Dobbiamo al celebre Professore le scritture “Fossanova e San Tommaso” e “alla Riscoperta di Fossanova”, lui che, in quel magico borgo che ci appartiene, si è perso nei meandri, vivendolo e studiandolo dal profondo del suo essere, e che ora, ci parlerà di lui”.


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Giornalista, scrittrice e blogger, con parecchi anni di giornalismo alle spalle. Ho iniziato a Latina Oggi, giornale appena nato e poi al Messaggero. Quindi a Roma per più di 20 anni, negli uffici stampa dei Ministri dell'Economia e Finanze e dell'Istruzione, Università e Ricerca. Qui ho diretto la redazione scientifica di Researchitaly, portale della Ricerca Internazionale. Un'esperienza unica quella di Roma, che mi ha portato a vincere importanti premi di giornalismo, come cronista, come miglior addetto stampa nella Pubblica Amministrazione e come scrittrice. L' ultimo è il premio Camilla. Mi occupo di Pari opportunità praticamente da sempre. Ho scritto libri e realizzato interviste a donne e uomini importanti. Fiera di averne fatte tre alla professoressa Rita Levi Montalcini ( compresa l'ultima concessami prima di morire), e poi a Margherita Hack, Umberto Veronesi e tanti altri, scienziati, politici, ministri, etc. Ora eccomi qui, a occuparmi di nuovo della mia città.