Fattura elettronica, cosa cambia dall’anno prossimo

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Per una volta l’Italia fa apripista in ambito tecnologico: siamo il primo Paese in tutta Europa ad aver imposto per legge l’obbligo di utilizzare anche tra privati la fattura elettronica, estendendo una pratica che è stata sperimentata verso la pubblica amministrazione sin dal 2014. Cosa significa questo primato e cosa prevede la nuova legge?

Il 1 gennaio parte l’obbligo di fatturazione elettronica tra privati

Il conto alla rovescia per il prossimo primo gennaio, in realtà, è scattato già da tempo e i primi effetti si sono visti dal primo luglio, quando è partita la sperimentazione in alcuni ambiti specifici; le guide per capire la portata delle trasformazioni sono varie, e anche gli specialisti di Danea hanno realizzato un articolo per raccontare tutto sulla fattura elettronica obbligatoria 2019, partendo dalla definizione e dalle applicazioni pratiche.

Che cosa prevede la legge

In parole povere, la fatturazione elettronica è un sistema di emissione, trasmissione e conservazione dei documenti che prevede l’interscambio attraverso una piattaforma digitale, abbandonando il supporto cartaceo e tutti i relativi costi di stampa spedizione e conservazione. Lo standard previsto nel nostro ordinamento stabilisce anche l’utilizzo di un formato comune, denominato FatturaPA, che rappresenta un flusso di dati scritto in linguaggio XML e strutturato in formato digitale, contenente gli stessi attributi informativi di una fattura cartacea.

Una trasformazione complessiva

Questo significa che con la fatturazione elettronica cambia non solo il supporto, ma anche la procedura stessa; alla sostituzione dei documenti cartacei e delle modalità “intermedie” (ovvero le fatture create in digitale per l’invio tramite posta elettronica) fa seguito anche una trasformazione dei flussi telematici, attraverso una piattaforma di interscambio che poggia su un percorso standardizzato grazie al Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate.

Gli effetti delle nuove procedure

La notizia dell’obbligo non è una novità, perché è da almeno due anni che è stata comunicata l’intenzione di estendere anche agli scambi tra privati la documentazione digitale, ma comunque ha creato una serie di ansie, disagi e immancabili resistenze, anche se la portata dell’innovazione dovrebbe essere rivoluzionaria anche in termini di vantaggi concreti, dalla semplificazione alla riduzione della burocrazia, fino a un auspicabile incremento della trasparenza delle procedure e al risparmio diretto, come vedremo.

Le imprese tra perplessità e buone intenzioni

Di sicuro, la norma italiana appare la più stringente tra quelle attive in ambito europeo, e impone che non sarà più possibile emettere e ricevere fatture se non in modo elettronico. La prima conseguenza diretta è ovviamente la necessità di modificare i processi a monte e a valle della fatturazione, imponendo un nuovo approccio e una nuova modalità di lavoro per le risorse umane delle funzioni coinvolte.

Allo stato attuale, a meno di cinque mesi dalla partenza, il quadro è effettivamente preoccupante, perché la stragrande maggioranza delle imprese italiane non sembra pronta al grande salto e resta alla finestra in attesa di delucidazioni o di eventuali proroghe di cui si sta dibattendo. Tuttavia, è bene sottolineare che il “sentiment” più diffuso, soprattutto tra le Pmi, è di valutazione positiva del progetto, perché la maggior parte del sistema imprenditoriale italiano ritiene che sia necessario digitalizzare il processo di fatturazione.

Un risparmio su ogni fattura

In conclusione, forniamo alcuni numeri e statistiche che possono aiutare a completare il quadro della situazione: innanzitutto, in base ai dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, le imprese che hanno già attivato una soluzione digitale sono state 130 mila, con incrementi a ritmi elevati di anno in anno. Ben più significative, in termini pratici, sono le previsioni circa gli effetti di questo ciclo digitalizzato: è sempre l’Osservatorio a stimare un risparmio tra i 7,5 e gli 11,5 euro a fattura per i privati emettono almeno 3 mila fatture all’anno, mentre per chi ha volumi inferiori si scende tra gli 1,8 e i 3,7 euro a fattura, che comunque rappresentano un buon incentivo ad abbracciare questa novità.


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