Giggino , l’ex manettaro fa mea culpa: “La gogna giudiziaria è disdicevole”. Bravo!

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Luigi Di Maio

LATINA- Chi l’avrebbe mai detto!

Giggino Di Maio, penna a calamaio, ha scritto al quotidiano “Il Foglio” una missiva dal dionisiaco sapore garantista.

Già che l’ex lìder maximo dei Cinque Stelle, il movimento del vaffa e del “tutti in galera e buttate la chiave”, scriva ad un giornale nato dal genio garantista di Giuliano Ferrara basterebbe per far notizia.

E’ il contenuto della lettera a costituire, indubbiamente, un fatto politico di capitale importanza. Di Maio ha chiesto scusa per la gogna mediatica che lui ed il suo movimento, ai tempi del Governo Renzi, inflissero all’ex Sindaco di Lodi Uggetti.

Dopo molti anni di passione, infatti, il politico dem è stato assolto da tutte le accuse che gli avevano procurato il solito sputtanamento mediatico-giudiziario.

Di Maio ha definito le modalità con le quali i grillini condussero quella campagna “grottesche e disdicevoli”. C’è chi parla di lacrime di coccodrillo, chi di ravvedimento operoso, chi ostenta indifferenza per la “Bolognina” del grillismo.

Francamente, trovo questi tre atteggiamenti del tutto inopportuni. Di un politico non si devono indagare i retropensieri, ma le parole e le azioni. Ciò che Di Maio ha scritto sulle colonne del “Foglio” rappresenta una vera e propria conversione garantista se non dell’intero movimento, almeno di uno dei suoi dirigenti più autorevoli. Il Ministro degli Esteri, già Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, pare essersi allenato alla complessità della Politica, al realismo che il governo delle questioni impone. In altre parole, la crescita politico-intellettuale di Luigi Di Maio va salutata con soddisfazione.

Lo abbiamo preso in giro, dileggiato (innumerevoli volte l’ho fatto anch’io) elevandolo ad esempio di ignorante assurto a governante. Gli rimproveravamo la mancanza di titoli di studio, di letture, di approfondimenti culturali. Nel mentre noi lo insultavamo, il giovane Ministro passava da un dicastero all’altro con la stessa naturalezza con la quale sceglie la cravatta da indossare.

Comincio a pensare che Luigi Di Maio, da oggi non lo chiamerò più Giggino, abbia un talento puro. Quello, cioè, che non si impara nelle aule universitarie e sui tomi, ma attraverso l’esperienza e la vita.

Non sto sostenendo che lo scugnizzo di Pomigliano sia, improvvisamente, divenuto un piccolo De Gasperi. Il fatto che sia cresciuto, maturato, che abbia compreso che oltre al bianco e al nero esistono le sfumature non può essere ignorato.

Adesso ci stupisca con effetti speciali: si faccia vedere ad un gazebo radicale e firmi i quesiti referendari sulla giustizia giusta.


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Sono laureato in Scienza della Politica con tesi dal titolo: ”L’eccezionale: Storia istituzionale della V Repubblica francese”. Socialista liberale libertario e radicale. Mi sono sempre occupato di politica e comunicazione politica collaborando a campagne elettorali e referendarie. Ho sempre avuto una passione per il giornalismo d’opinione e in News-24 ho trovato un approdo naturale dove poter esprimere liberamente le mie idee anche se non coincidono sempre con la linea editoriale della testata. Ma questo è il sale della democrazia e il bello della libertà d’opinione.