Giorgio Napolitano ” L’Uomo Senza Qualita’ ” (1932-42)

GIORGIO NAPOLITANO “L’UOMO SENZA QUALITA’ “(1932-42)
<Dirò dunque che in ogni sentimento occorre distinguere un’evoluzione verso la determinatezza e una verso l’indeterminatezza. Meglio però annotare prima di tutto le differenze che vi si ricollegano> ( pg. 1366)
E’ il titolo di uno dei più poderosi e sapienti romanzi del Novecento autore Robert Musil, un titolo “inverso” ossia nell’accezione positiva riferendosi all’epoca del nazismo ove le qualità erano da intendersi tutte esteriori e criminose, dunque, il non averne di tal fatta comportava davvero una qualità superiore. Napolitano -come l’attuale Mattarella- ha saputo ben discernere tra “determinatezza” e “indeterminatezza”, in senso più generale o ideale (spirituale) tra il bene e il male dimostrando di saper ben tenere il timone della gran “barcaccia” Italia, una guida vigile e accorta propria di “colui che la difese a viso aperto”, davvero la controfigura di quel Farinata degli Uberti che difese a viso aperto e petto in fuori la sua Firenze al tempo dicasi Italia, da considerarsi davvero un “classico” ancorché un fuoriclasse di quelle individualità dette tutte d’un pezzo che mai si spezzano mai risparmiandosi, in gergo dicasi un gigante. Per fortuna l’Italia dopo Mussolini le cui qualità erano perversamente qualificabili, ha potuto giovarsi di persone e personalità che hanno saputo mantenere la barra dritta nel vederla “lacera e affranta” (Leopardi, All’Italia), facendo propria la lezione dei grandi tra cui il Foscolo che scriveva alla contessa d’Albany: “L’Italia è cadavere, e non va tocco né smosso più omai, per non provocarne più tristo il fetore; e odo talvolta alcuni pazzi [la Meloni ?!] che vanno fantasticando di ressuscitarla: per me invece la vorrei seppellire meco, e innondata da’ mari, o arsa da qualche nuovo Fetonte, che le precipitasse addosso con tutto il cielo in fiamme, e che tutti i venti ne disperdessero le ceneri, e che le nazioni presenti e avvenire si dimenticassero l’infamia del nostro secolo. Amen” ( Ugo Foscolo, Lettera apologetica,1822). Un consiglio agli stimati docenti: si legga codesto scritto ai ragazzi, ovviamente stralci (totale un centinaio di pgg.), se ne discuta alla luce dell’oggi, di una Meloni bionda e perversamente incallita fascista dagli occhi di ghiaccio (!) la quale, da buona “sorella d’Italia”, farebbe bene a disfarsi di quel suo “fratello d’Italia” nomato Salvini che a dispetto della positività del suo cognome di salvifico (e intelligente) nulla mostra e possiede – Dante lo classificherebbe uno “sciagurato che mai fu vivo-!, si degnasse almeno una volta di profferire le cosiddette “parole sante” di antifascismo e nazismo ed evitasse le gaffe del silenzio sulle stragi vedi Bologna etc. ascoltasse quaeso (di grazia) la bella canzone di Carmicael “Giorgia on my mind” e rammentasse l’etimo del suo nome nobilmente virgiliano, “Georgica” = Lavoratrice delle terra, un invito a non darsi la…zappa sui piedi ossia continuare a coltivare l’orto delle presunte meraviglie dove, invece, non vi attecchisce un fiore se non…”del male” (Les fleure du mal, Baudelaire)…. E vaaaaaiiiiii bella Signora dagli occhi di ghiaccio, sfòrzati di indirizzare almeno un ricordo al grande Giorgio Napolitano magari una canzone…< O my George…. Parole Parole Parole soltanto parole fra noi ?> Lui risponde: <Caramelle non ne voglio più/ le tue frottole raccontale a un altro/ e poi si vedrà….>! ((gimaul)CARTELLA STAMPA Livorno al Centro 2023