Garrone, Tragico e Poetico

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GARRONE TRAGICO E POETICO
Splendido film “IO CAPITANO” di Garrone, un docufilm per costruzione e poesia sul filo del memorabile “Morire a Madrid” (guerra civile in Spagna) di F. Rossif (con la bellissima sequenza dell’albero a Guernica etc.), un film che si dovrebbe proiettare nelle scuole o per lo meno condurre gli studenti a vederlo supreme “conduttrici” Morini e Populin (per arte e voce l’una simil Tebaldi l’altra Kabaivanska!) ebbene un film assolutamente civile e nobilmente politico, una grande lezione di umanità e solidarietà oltre che di grande cinema, ancor più nell’ “essere tutti fra sé confederati” (Leopardi) ossia in nome di quella disposizione a spendersi per il bene comune l’unico antidoto per il recanatese a contrastare la “natura matrigna” alias le avversità sociali . L’occhio per così dire esterno mai estraneo del regista segue letteralmente con lo sguardo il calvario di coloro che sono condannati al martirio per esser cristiani da macello consapevoli di non avere appello cioè diritto a rivendicare il loro sacrosanto diritto di vivere, davvero una “tragedia greca” nel senso di una severa e tragica rappresentazione nonché lezione di vita amara e ingrata di cui noi privilegiati possiamo limitarci solo a guardare magari partecipando emotivamente comunque indenni poiché lontani mille miglia dall’indossare i loro laceri panni. Un film che fa male al cuore uno spaccato di quei “fiori del male” di cui Baudelaire fiori tossici che nel film, solo per un attimo, emanano il profumo della speranza: la bellissima sequenza della donna disperata nel deserto che improvvisante si libra in volo a sfiorare la sabbia, una pagina di vera e amara poesia. Film nobile e civile che fa onore al cinema italiano ancor più nel ricalcare e riproporre l’emblema del grande Neorealismo tra Rossellini Rosi Visconti (La terra trema, Rocco e i suoi fratelli, Paisà, Le mani sulla città) insomma uno di quei film necessari esempio di quel cinema civile e politico che ha rappresentato l’Italia nel mondo il Neorealismo, appunto, un nuovo modo di leggere la realtà intesa non più come finzione cinematografica bensì come “radiografia” di un paese alla ricerca della gloria dispersa e della rincuorante ripresa, nel tempo attuale di una umanità in cerca di un “autore” (!). Esemplare la maestria con cui Garrone ha “seguito” gli interpreti non attori grazie a lui senz’altro “professionali” portentosi, toccanti le essenziali battute tra il figlio e la madre da antologia, incisiva e marcata la battuta finale del protagonista: “Io capitano!” un grido di rivincita e affermazione della propria identità, un monito a ogni Giorgia Meloni lei/loro sì capitani di ventura -ahinoi di sventura!- in un paese da sempre accogliente come l’Italia loro sì che solo a parole non certo nel pensiero si riempiono la bocca dei cosiddetti buoni propositi (!). Chissà se Miss Giorgia abbia visto il film, diversamente, mi piacerebbe conoscerne il giudizio, a parole sicuramente elogiativo col dubbio se ne condivida il messaggio nel senso: giusto quello che io propongo e faccio e vaaaaai… “Giorgia on my mind” (bella canzone di Carmicael già Ray Charles poi Mina ) !! (gimaul)


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