Buongiorno, questa mattina il primo pensiero, alle donne in generale, ma in particolare a mia moglie che quando riesco a strapparle un bel sorriso (magari per una mia battuta non infelice), “m’illumino d’immenso” e capisco la ragione per cui anch’io sono al mondo: essere felici ed arrecare felicità.
Ogni giorno per le donne è l’8 marzo. Non più festa, come la intendevano nel dopoguerra, negli anni cinquanta e sessanta, le donne dell’ U.D.I., Unione Donne Italiane.
Oggi l’8 marzo è stato ribattezzato “Giornata dei Diritti” delle donne. Parecchi acquisiti, ma ancora di più quelli negati. Ve lo dico con tutto il cuore. Fatela la vera rivoluzione del terzo millennio! Ditelo con i fiori, ditelo con la non violenza, ditelo come volete, ma occorre un’ecologica rivoluzione al femminile del mondo esistente.
Il secondo pensiero, ad un uomo, che dovrebbe essere il mio leader politico.
Le dimissioni raccontate in TV da Nicola Zingaretti, a “Live – Non è la D’Urso”, le ritengo, personalmente una vergogna che si aggiunge alle vergogne, nascoste per troppo tempo, come la polvere, sotto il tappeto. Come iscritto al PD dall’estate 2014, mi ribello.
Dei populisti ne ho pieni gli zebedei, come dei negazionisti del coronavirus che lo Stato ha permesso che continuassero con i loro sciami di odio ad imperversare nelle piazze d’Italia, gridando “libertà”. Questo nobile grido usurpato, oggi lo uso io: Libertà.
Da chi spettacolarizza le proprie legittime dimissioni, libertà dai Vespa e dalla D’Urso, intese come seconde e terze Camere del Parlamento, sostitutive dei luoghi deputati della politica, Segreterie, Direzioni ed Assemblee. Mi auguro che vi sia resipiscenza politica e che da un supposto male come le dimissioni di Nicola Zingaretti, ne venga un bene, per il PD e per il Paese.
“Fòra ‘l lozz dalla politica”, questo è il è mio grido di libertà, che vale per il PD, come M5S e tutti gli altri partiti italiani. Questo è il mio ultimo appello ad un partito, il PD, nato da una fusione a freddo di anime e sensibilità diverse. In mancanza di meglio, di una seria alternativa, gli ho dedicato, comunque sia, i miei 6 ultimi anni di vita politica.
Della mia PDEXIT se ne fregherà il 99,999 % del genere umano, ma me ne farò una ragione. Queste sono soddisfazioni, in nome di coerenza e di valori di giustizia sociale insopprimibili nella mia coscienza. Non voglio assistere ad una riedizione degli Idi di marzo del 44 a.c.
Il cesaricidio non vi è stato, per dimissioni preventive del Giulio Cesare/Nicola Zingaretti, predestinato. Ma non voglio neanche assistere a degli sceneggiati in tv. Sono scelte e soddisfazioni pre senili che mi ridanno la leggerezza dell’essere o, quantomeno, la leggerezza di essermi riscoperto un sessantottardo irriverente verso i modi della nuova politica.
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