Il Coraggio e l’Amore”. E come poteva intitolarsi, altrimenti, il libro scritto da Ilaria Cucchi con il suo avvocato e compagno di vita Fabio Anselmo?
L’amore ed il coraggio di una Donna, di una Sorella, di Ilaria. Sono evidenti da ogni espressione del viso, dalle mani corrose dall’ansia e dal dolore, da uno sguardo che s’illumina al pensiero di quel tossico, quel tossico di Stefano Cucchi. Di suo fratello.
Arrivo in Galleria “Alberto Sordi” alle 18.30. Tra qualche minuto ci sarà la presentazione di questo diario in cui Ilaria e Fabio ripercorrono anni difficili. Anni d’amore e di coraggio, appunto.
Entro un attimo in libreria ad acquistare il libro e, dato che la presentazione tarda ad iniziare, mi faccio prestare una penna e vado a cercare Ilaria. La trovo, è con Fabio. Lei lo guarda ed è come se si sentisse al sicuro, al suo posto. Le chiedo una dedica. Ilaria scrive :”Grazie”. La abbraccio. Forte. Lei si lascia abbracciare e a me sembra come di stringere Stefano, di coccolarlo. Ma quale grazie, le dico. Sono io, siamo noi che dobbiamo ringraziarti. Per l’Amore ed il Coraggio con i quali hai affrontato lo Stato, una parte minoritaria dell’Arma dei Carabinieri disposta ad occultare la morte di Stefano.
Questo libro racconta la verità intorno ad una terribile storia italiana ed anche il lungo percorso ad ostacoli non ancora concluso per giungerci, a quella verità. Ripercorre, tappa dopo tappa, data dopo data, l’assurdo e doloroso calvario di un ragazzo la cui vita era nelle mani dello Stato. E che lo Stato ha spezzato. E’ come vivere il dolore sordo, profondo , lacerante che Stefano deve aver avvertito su di sé e che mirabilmente è stato descritto nel film “Sulla mia pelle”.
Per il lettore, ovviamente, è un dolore che invade l’anima anziché il corpo. Tuttavia, la disperazione lo scoramento ed il dolore devono essere i medesimi. Mentre Ilaria Cucchi parlava, ieri sera, (fra la grande quantità di persone si riconoscevano anche alcuni uomini politici
Dino Giarrusso, Nicola Fratoianni e Cesare Damiano) i brividi ed il formicolio mi riempivano le spalle, le braccia, la schiena. Succede sempre così quando mi lascio cullare dall’emozione.
Vado via ripensando a quell’abbraccio e al “Grazie!” che Ilaria m’ha detto sorridendo, guardandomi negli occhi. Che grande che è, questa Donna minuta della piccola borghesia italiana capace con “Il Coraggio e l’Amore” di condurre, e vincere, una battaglia familiare sociale e, in fondo, politica.
Grazie, Ilaria!
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