Il soffio del vento: Disperazione

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Disperazione

 Dammi la fede che mi salva dalla disperazione, dalle illusioni e dal vuoto. Dammi l’amore per Dio e per gli uomini che estirpa l’odio e l’amarezza. Dammi la speranza che mi libera dalla paura e dallo scoraggiamento    .                                                           Dietrich Bonhoeffer

La disperazione è lo stato d’animo di chi non avendo alcuna speranza è afflitto da inconsolabile sconforto e sofferenza, da profondo scoraggiamento e annichilimento. Etimologicamente la parola, che è di origine latina, formata dal prefisso de-“senza” e sperare, significa “perdere tutte le speranze”. Sinonimi della disperazione sono la costernazione, il dolore, l’angoscia, l’afflizione, l’abbattimento.  La scrittrice George Eliot ha detto: «ciò che chiamiamo disperazione spesso non è altro che la dolorosa avidità di una speranza non esaudita».                                                                                                                                                      Il termine disperazione assume significati e sfumature diversi a seconda dei contesti di riferimento che possono essere di natura psicologica, psicanalitica, filosofica, teologica, sociologica, letteraria e artistica.

In psicologia la disperazione è un sentimento che accompagna la persuasione di una sconfitta inevitabile e irreparabile, presente in soggetti incapaci di sopportare sconfitte per una limitata soglia di tolleranza alla frustrazione del desiderio o alla sopportazione del dolore.                                                                                                                                                                                      Per il filosofo danese Soren Kierkegaard la disperazione, che si distingue dall’angoscia, si riferisce al rapporto dell’uomo con se stesso che, per la sua finitezza e insufficienza, non riesce ad essere all’altezza delle sue possibilità.

La disperazione è stata oggetto di attenzione anche da parte di teologi e Salvatore Natoli ha scritto che «la disperazione è sempre stata una via regia per condurre alla fede». Infatti il teologo Martin Buber si pone la domanda «Che cosa ci aspettiamo quando siamo disperati se non una presenza che ci dica che “nonostante tutto, esiste il senso delle cose?». Il papa Wojtyla diceva: «Non abbandonatevi alla disperazione. Siamo il popolo della Pasqua, e Alleluia è la nostra canzone».

Nell’ambito della storia dell’arte il pittore Edvard Munch, nel famoso quadro L’urlo, ha rappresentato il dramma esistenziale dell’uomo moderno, della sua disperazione fatta di solitudine, di smarrimento di debolezza e di incomunicabilità. Però come afferma Woody Allen «il compito dell’artista non è soccombere alla disperazione, ma trovare un antidoto al vuoto dell’esistenza».

 

 


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