Mario Draghi

Molti sapranno di quei piccoli tavolini/sgabelli “scorrevoli” ossia uno sotto l’altro etc., idonei a sopperire al vassoio per servire aperitivi e simili detti, appunto, “muti”: il Draghi in questione me ne suggerisce, per analogia, l’apparentamento e sia ringraziato Iddio che non parli! Un attestato ancor più provvidenziale in questa settimana dal terrificante frastuono di Sanremo. Infatti, è concepibile che in un paese cosiddetto civile da mane fino a tarda notte, senza soluzione di continuità si ossessionino i dissidenti (pochi) tra anteprime, antipasti, intermezzi e simili brodaglie con siffatte oscenità? Che purtroppo come le mignotte o tigne hanno il potere di insultarti senza ritegno, d’invadere il campo della tua quieta e silente solitudine infiltrandosi di soppiatto (da parete a parete) coi ragli insopportabili di malandati “straccioni” senza né arte né parte. Peraltro, il festival storico, sobrio e senza pacchianerie di sorta, durava solo tre serate che si concludevano entro le ore 23, senza tutti gli accessori diurni e pomeridiani, per di più onorato da fior di professionisti: qualcosa di civile! Niente a che vedere con gli esemplari conciati da miserabili pagliacci tra i quali eccelle per esibizionismo tra il lussurioso e il “masturbatorio” quell’Achille Lauro che, al massimo, può essere reclutato o, volesse il cielo, recluso tra i “nuovi barbari”, coloro che con molta infamia e pochissima lode andrebbero esposti al giardino zoologico di luoghi sottosviluppati(!). Direte: ma allora lo vedi Sanremo! Neanche per sogno, purtroppo, ti bracca ovunque tu sia, pure al cesso benché qui con un momentaneo sollievo: ad ogni pipì mi concentro e immagino di farla sul palcoscenico dell’Ariston! Tornando al Dragone se, da un lato, è apprezzabile la sua afasia esplicativa per connotarsi come un ragguardevole contrappasso <come all’esterno -politici e Sanremo- si fanno rutti e si mollano peti assordanti e degradanti così dal suo “interno” il Servitore muto si astiene dal parlare affermando colla sua afasia una ricchezza semantica assai apprezzabile>, dall’altro lui, il Dragone “orientale” risorge ogni mattina all’alba per tramontare a sera. A differenza dell’Aquilotto Z “occidentale” che per dignità (e non per viltà) fece lo gran “tramonto”(l’occidente, le dimissioni), lui in questa colossale boiata (come ho già scritto, “pupazzata”), per analogia, ha il compito del servitore muto cioè di “servire” con discrezione tirandosi fuori dalla volgare caciara e fin qui siamo d’accordo. Insistiamo nel ritenere che giunti a un limite estremo, al primo risveglio, il Dragone dovrebbe emettere come minimo degli “ultrasuoni” dico dei messaggi lapidari e necessari: attenzione signori e signore (politici, popolo), io non parlo ma se m’incazzo di brutto….urlo e vi mando tutti affan….!! Un dubbio: per caso intende fliltrare o filtrare col “Porcellone”(come stazza rispetto alla sua!) ? Di riflesso, con(ben)vivere col Pollaio (Governo)? Se fosse quale soluzione algebrica ritiene dover-poter fornire? Mi permetto suggerire: non potrebbe escogitare un….”attentato”?! Dopo di che scatterebbe la <Indagine su un servitore muto dello Stato al di sopra di ogni sospetto>! Gli proporrebbero subito di presentare il prossimo Sanremo !! (gimaul)


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