Il soffio del vento: Zii e zie

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E all’improvviso il ricordo mi è apparso. Quel gusto era quello del  pezzetto di madeleine che zia Léonie la domenica mattina a Combray mi offriva dopo averlo inzuppato nel suo infuso di tè o di tiglio quando andavo a darle il buongiorno in camera sua.(Marcel Proust)

 Sulla scia del pensiero riportato, in esergo, dello scrittore francese, il soffio del vento suscita nella mia memoria la miriade di zii e zie che hanno accompagnato con tenerezza e gioia la mia infanzia, l’adolescenza e la gioventù.

 Nel tessuto familiare e nell’ambito della parentela gli zii e le zie sono figure importanti, personaggi che spesso hanno un ruolo significativo, dal punto di vista emotivo, affettivo e relazionale, per lo sviluppo e la formazione soprattutto dei loro nipoti. Zii e zie sono i fratelli e le sorelle dei genitori. In genere a queste persone viene riservato affetto e rispetto in virtù dello stretto legame che hanno con i nostri genitori.

Il rapporto tra zii e nipoti è, insieme a quello con i nonni, l’unico legame familiare che abbia un certo peso e un ruolo che possono incidere in maniera positiva sul processo di crescita della personalità. I nipoti hanno per gli zii sempre un’aurea di gentilezza, di dolcezza e di spensieratezza.

 In età adolescenziale c’è quasi sempre uno zio o una zia a cui si è particolarmente legati, a cui ci si rivolge per consigli, confidenze, protezione e talvolta compromessi. A uno zio o zia si può comunicare, rivelare quello che non si dice a un padre o una madre.

Gli zii sono delle persone affidabili, veri e propri figure di riferimento che danno forza, coraggio,  insegnano e preparano i loro nipoti ad affrontare la vita e talvolta, sono delle vere e proprie fonti di ispirazione da cui attingere saggezza. Per alcuni nipoti, uno zio o una zia è paragonabile ad un secondo papà o mamma.

 Il periodo della mia infanzia ha visto intorno a me la calorosa e affettuosa  presenza di zia Genoveffa e zia Gisa che a Priverno prima e  a Norma poi, nel paese nativo di mia madre, mi hanno accudito e protetto soprattutto durante l’estate, quando la scuola era chiusa e gli alunni trascorrevano le vacanze al mare o in montagna

Queste affettuosissime zie mi hanno coccolato, aiutato a crescere con l’idea positiva di essere un «bel bambino» perché continuamente ripetevano, con calorosi abbracci, carezze e sorrisi, frasi come «quant’è bello Antonio!», «che bel bambino che sei!», rafforzando positivamente la mia identità personale.

Altra figura indimenticabile è stato il fratello di mia madre, zio Alberto che, dopo il diploma conseguito verso la fine negli anni Cinquanta, mi ha regalato con affetto un meraviglioso premio per il traguardo raggiunto negli studi: un indimenticabile viaggio nelle città di Roma, Genova, Torino, Firenze, Siena e Abbadia San Salvatore.

Un itinerario unico dal punto di vista affettivo e culturale, gratificante perché per la prima volta ho avuto l’opportunità di uscire dai confini della mia regione, di conoscere città d’arte e raggiungere parenti lontani.

Altri zii materni importanti sono stati Evelina, Gino, Alessandro, e anche Romeo, Gilberto e Armando, questi ultimi “acquisiti” perché mariti delle rispettive zie materne. Di ognuno di loro  conservo vivi ricordi di gustosi aneddoti, di curiose esperienze vissute insieme soprattutto negli anni della mia gioventù trascorsa a Norma, a Roma, a Bologna e in altri città. Il rapporto che si è creato con questi zii è stato sempre speciale, anche quando sono diventato adulto.

Un solo zio ho avuto, dal lato paterno, senza poter allacciare alcuna relazione perché prematuramente morto prima della mia nascita. A questo carissimo fratello mio padre, almeno dagli scarsi racconti tramandati, è stato senza alcun dubbio molto legato dal punto di vista affettivo; ha voluto, infatti, perpetuare la sua memoria chiamando uno dei suoi figli, Vincenzo.

Il soffio del vento, nel raccontare le storie del mondo, echeggia, nei momenti di silenzio e di calma interiore, i ricordi delle persone care che hanno lasciato tracce indelebili nel percorso della nostra esistenza.

 


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