“La belle époque”, un film che col sorriso e il brio dimostra come la nostalgia rigenera i sentimenti

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Titolo: La belle époque

Regia: Nicolas Bedos

Sceneggiatura: Nicolas Bedos

Musiche: Nicolas Bedos, Anne-Sophie Versnaeyen

Produzione Paese: Francia, 2019

Cast: Daniel Auteuil, Guillaume Canet, Dona Tillier, Fanny Ardant, Pierre Arditi, Denis Podalydès, Jeanne Arènes, Michaël Cohen, Bertrand Poncet, Lizzie Brocheré, Thomas Scimeca, Bruno Raffelli, […]

Victor Drumond (Daniel Auteuil) è un vignettista sessantenne, trasandato e depresso, che, a causa della tecnologia, è disoccupato, in quanto il suo giornale ora è on line e i suoi fumetti non vi vengono più pubblicati. Egli detesta la modernità e vorrebbe ritornare al passato quando la vita si svolgeva in modo più semplice e i sentimenti erano i padroni dell’essere. La moglie Marianne (Fanny Ardant), psicologa freudiana, invece, ama il presente e vorrebbe andare avanti e godersi la vita così come le si presenta, superando gli stereotipi e i pregiudizi che essa conserva, tant’è che ha già intrapreso una tresca amorosa con un suo cliente François (Denis Podalydès), che è anche amico di Victor. Questa contrapposizione del loro modo di vivere li fa litigare continuamente e li porta, come è nella natura delle cose, a separarsi. Come recita l’adagio: si chiude una porta e si apre un portone, a Victor gli si presenta un’opportunità in seguito all’incontro con Antoine (Guillaume Canet), uno sceneggiatore che dirige un’azienda che si occupa, attraverso la ricostruzione storica, di fare rievocare un momento passato: se potessi rivivere il giorno più felice della tua vita?

Victor sceglie il giorno sedici maggio del lontano 1974, quando presso un caffè di Lione incontrò per la prima volta Marianne che diventerà sua moglie: Quel giorno ho incontrato una persona che ho amato molto.

Antoine crea il palcoscenico adatto e fa indossare i panni di Marianne alla bella e affascinate Margot (Dona Tillier) di cui è anche innamorato, e della quale anche Victor si innamorerà perdutamente: È un’esperienza incredibile. Anche se lo so che è tutto finto, è bello lo stesso.

La belle époque è un film vivace e bizzarro, che mette a confronto il deterioramento sentimentale dovuto al tempo con i condizionamenti esterni che mutano continuamente e con l’amore, unico sentimento che, se è effettivamente vero, dura per sempre. E questo confronto viene fatto con brio e con sagacia, miscelando l’immaginazione effimera dell’uomo con la realtà che egli vive, e lo fa anche usando come perno conduttore la nostalgia, qual è la tristezza causata dal riemergere di un passato felice e gioioso che si vorrebbe rivivere.

Il film La belle époque è diretto, data l’esperienza del regista, come se fosse un’opera teatrale, originale e accattivante che, oltre a divertire, porta lo spettatore a riflettere sulla vita e sui sentimenti, usando l’impulso nostalgico, e a porlo di fronte alla stupidità imperante che non lascia spazio alla ragione. Bravi, come sempre, Daniel Auteuil e Fanny Ardant, che riescono a dare anima ai loro rispettivi personaggi e anche l’emergente e promettente Dona Tillier, che è anche la compagna di vita del regista.

La belle époque è stato presentato fuori concorso al Festival del Cinema di Cannes 2019, e, in anteprima, alla Festa del Cinema di Roma 2019.

Filmografia

Un amore sopra le righe (2017).

Francesco Giuliano

 

 


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).