La Cassazione conferma la condanna a 14 anni per tre imputati che uccisero Emanuele Morganti

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Volevano picchiare ma non uccidere. Questa, a distanza di cinque anni dal massacro di Emanuele Morganti, la verità giudiziaria sulla drammatica notte tra il 25 e il 26 marzo 2017 in piazza Regina Margherita, ad Alatri.

La Corte di Cassazione si è espressa, confermando per tre imputati la condanna per omicidio preterintenzionale e l’assoluzione per un quarto. Michel Fortuna, di Frosinone, e i fratellastri di Alatri, Mario Castagnacci e Paolo Palmisani, devono scontare 14 anni di reclusione e torneranno in carcere. Assolto invece definitivamente Franco Castagnacci, detto Belle Armi, padre di Mario.

La famiglia della vittima ha combattuto a lungo per veder riconosciuto l’omicidio volontario, che agli imputati era stato contestato dalla Procura di Frosinone, ma quell’accusa in aula non ha retto e la mamma del giovane, Lucia Pica, distrutta dal dolore, è morta un anno fa.

Dopo una banale discussione all’interno del circolo Arci “Mirò”, il ventenne di Tecchiena, frazione di Alatri, cinque anni fa venne braccato e colpito senza pietà con calci e pugni, impedendo anche agli amici che erano con lui di soccorrerlo. “Hanno persino sputato sul corpo di Emanuele ormai esanime sul selciato”, hanno spesso ricordato i familiari.

“Si è trattato di un’aggressione priva di ragione. Non si può individuare cosa possa aver portato a tutto questo se non una concezione della vita umana inesistente”, ha affermato in aula il procuratore generale Giovanni Di Leo, chiedendo il rigetto dei ricorsi sia delle difese che della parte civile. Il magistrato ha inoltre sottolineato che Emanuele è stato ucciso “in una piazza dove c’erano decine di persone che non hanno fatto nulla, salvo poche eccezioni”. “Il massacro del ragazzo – ha concluso – è stato lo spettacolo della serata”.

Ma la convinzione anche del procuratore generale è stata quella che il ventenne sia morto per aver battuto la testa contro il montante di un’auto in sosta, dopo essere stato colpito dagli imputati, e che dunque non ci fosse la volontà di uccidere.

( Fonte La Repubblica )


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