L’angolo delle curiosità: Letteratura

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La letteratura non è nata per dare risposte ma per fare domande, per inquietare, per aprire l’intelligenza e la sensibilità a nuove prospettive del reale.                                                           Julio Cortázar

 Umberto Saba, Roberto Roversi e Alberto Vigevani nella loro vita, oltre che famosi letterati e scrittori, sono stati anche librai ed eccellenti antiquari. A Trieste, nella zona centrale della città ancora è possibile ammirare l’antica libreria di Umberto Sala.

Tra il 1885 e il 1901 i temi prevalenti dell’epistolario di Italo Svevo (nato a Trieste 1861 e morto nel 1928 per le conseguenze di un incidente stradale) sono salute e lavoro. Sono gli anni in cui Svevo perde i genitori e l’amatissimo fratello Elio, sposa Livia Veneziani e inizia la carriera di imprenditore nella ditta di vernici dei suoceri. L’epistolario si chiude con un quinquennio (1923- 1928) tutto dedicato alla letteratura, argomento di conversazione tra Svevo e scrittori e intellettuali di mezza Europa.

James Joyce (1882-1941) arrivò a Trieste il 20 ottobre del 1904 per andarsene definitivamente da questa città nel luglio del 1920, dopo circa undici anni di permanenza (esclusi gli anni della Prima Guerra Mondiale, quando riparò in Svizzera a Zurigo). A Trieste ebbe continui cambi di residenza e per sbarcare il lunario lavorò come insegnante di inglese, cantante lirico, commerciante di tweed, impresario di cinema. Ebbe incontri con straordinarie personalità dell’ambiente ebraico, della cultura greca e serbo ortodossa ed anche con lo scrittore Italo Svevo.

Cesare Pascarella (1858-1940) poeta romanesco ha scritto Storia nostra, La scoperta dell’America, Villa Gloria. Con la prima opera ha voluto raccontare la Storia di Roma (e dei suoi popolani) dalla fondazione fino alla fine dell’Ottocento, quasi 25 secoli. Doveva essere un poema scandito da 350 sonetti, ma l’autore riuscì a scriverne 267 prima di morire e non accettò mai di pubblicarne una parte. La sua notorietà è però legata alla seconda divertente opera e all’epico libro nel quale rievoca l’eroica impresa dei fratelli Cairoli al seguito di Garibaldi per sottrarre Roma al dominio pontificio (1867.

Il vate Gabriele D’Annunzio non fu mai in possesso del brevetto di pilotaggio, tuttavia partecipò in qualità di “osservatore”, e soprattutto di ideatore, fautore e protagonista dei voli su Vienna, Pola, Trieste e Trento e sul bombardamento su Cattaro.

Quando nel 1914 scoppiò la prima guerra mondiale, Giuseppe Ungaretti partecipò alla campagna interventista e quando l’Italia entrò in guerra il 24 maggio 1915, si arruolò volontario nel 19º reggimento di fanteria. Combatté sul Carso e in seguito a questa esperienza scrisse, con un cerino sul retro delle scatole dei fiammiferi, perché non aveva a portata di mano carta e penna, le poesie che, raccolte dall’amico, giovane ufficiale, Ettore Serra, vennero stampate in 80 copie presso una tipografia di Udine nel 1916, con il titolo Il porto sepolto.

 

 

 

 

 

 

 

 


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