Latina e la Stella Azzurra Roma.

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Era l’autobus con il numero 39 a condurci la domenica dalla stazione termini di Roma al palazzetto dello sport di Viale Tiziano, opera realizzata dall’architetto Pierluigi Nervi in vista delle Olimpiadi del 1960. Un bel gruppo di appassionati partiva dalla stazione di Latina per assistere alle partite domenicali di Lazio e Stella Azzurra Roma, le due maggiori formazioni capitoline che a inizio anni settanta giocavano in serie B. Nella Lazio, guidata dal coach Rocchi, uno dei punti di forza era Marcello Zanda nel ruolo di playmaker, sulle maglie figurava lo sponsor Snaidero che da anni aveva legato il proprio nome al quintetto di Udine. La Lazio aveva puntato sulla ricerca di buoni giocatori nel territorio. Da Veroli arrivò Giancarlo Fiorini, un pivot con i fiocchi. Da Roseto degli Abbruzzi fu prelevato il tiratore Borromeo, da brindisi De Stradis, un mix bene assortito che veleggiava metà classifica nel girone meridionale della serie cadetta. Noi – seduti comodamente in tribuna – facevamo il tifo per la Lazio grazie alla presenza sul parquet di Marcello Zanda che dal ruolo di pivot del COS Latina a soli diciotto anni, si era trasformato in un eccellente costruttore di gioco. Come fece Polo Vittori dell’Ignis Varese dai tempi memorabili di scudetti e Coppe Campioni. Il posto di Rocchi fu preso nel 1972/1973 dal professor Carmine Nello Paratore, l’uomo che permise grazie alla sua abilità alla nazionale azzurra maschile di arrivare al quarto posto alle Olimpiadi di Roma. Il “prof” era un professore di dottavino, raro strumento musicale. Proveniva dall’Egitto dove si era trasferita la sua famiglia originaria della Sicilia. Nacque a Il Cairo nel 1912, giocò lì e poi alla guida della nazionale egiziana conquistò un inaspettato titolo europeo nel 1946. Paratore si faceva notare per la sigaretta eternamente in bocca, tanta paura di viaggiare in aereo, era appassionato di bridge e tressette. Il coach, nel 1973, accettò la richiesta di Angelino MuzIo di diventare suo assistente in Serie B. Il buon Nello – personaggio carismatico che talvolta incuteva timore – scelse l’istituto agrario San Benedetto di Borgo Piave per svolgere la preprazione pre-campionato. Nella quiete di una scuola considerata tra le migliori d’Europa nel suo settore, Paratore si avvaleva dell’ausilio del preparatore atletico Toni Santi che divenne allenatore capo della B Latina nel 1978 per tre stagioni consecutive. Doppio allenamento giornaliero, tante cose da imparare per noi giovani allenatori che seguivamo religiosamente la preparazione e il verbo di un santone del basket europeo, capace di trasformare Danzi, Cagnazzo, Santoro, in pivot o ali di valore grazie all’insegnamento eccellente dei fondamentali individuali. Le nostre presenze domenicali al palazzetto dello sport di Roma si fecero sempre più numerose grazie alla presenza di Paratore in panca con la Lazio. La gloriosa Stella Azzurra era invece espressione del collegio De Merode in piazza di Spagna frequentato dai giovani della Roma-bene. Tradizione alle spalle, discreta solidità eocnomica, la Stella aveva puntato sull’allenatore Tonino Costanzo, ex nazionale azzurro, che aveva svezzato ragazzi promettenti come: Quercia, i fratelli Bastianoni, Laguardia, Rovacchi, Andreussi e Napoleoni. La rivale più creditata, a quei tempi, era la Sapori Siena del longilineo pivot Borghetti. Cominciava ad avvicinarsi alla ribalta la Virtus Banco di Roma, seguita da coach Lisotti. Alberto Zagni – pontino doc – era una delle stelle della formazione giallorossa che evoluiva nel bellissimo impianto di Settebagni, un modello di efficienza e bellezza. La località era facile da raggiungere da Latina in auto percorrendo la ss 148 e il raccordo anulare. IO, Gianni Biondi, Gianni Gatti e Giorgio Montano eravam soliti seguire allenamenti settimanali di team importanti. Una volta ci recammo a Rieti in casa della Sebastiani di serie A1 per assistere ad una seduta diretta dal famoso tecnico pugliese Elio Pentassuglia. Arrivammo a metà pomeriggio nel palazzetto in Sabina, fummo ricevuto amichevolmente dallo staff. Elio aveva a disposizione fior di giocatori: Zampolini, Sanesi, Olivieri,Sojurner, Brunamonti, Meely, Scodavolpe. Dopo qualche esercizio di riscaldamento, Big Elio Pentassuglia fece giocare i suoi cestisti 5vs5 per novanta minuti, poi 15 minuti dedicati attentamente ai tiri liberi. Noi ci guardammo in faccia domandandoci: “Possibile che un tecnico così gettonato alleni in questo modo?” Era il mese di marzo, la fase topica della stagione stava per arrivare e il coach preferiva non “bombardare”, solo partite ad alto ritmo con poche interruzioni per correggere qualche movimento offensivo e difensivo. L’importante per lui era vedere i ragazzi soddisfatti e contenti al termine dell’allenamento quotidiano. Noi, dopo aver assistito per la prima volta al lavoro di Pentassuglia, decidemmo di ripetere l’esperienza di Rieti. Era interessante rendersi conto della psicologia applicata al basket dell’amatissimo e popolare tecnico brindisino che poi morì in seguito a incidente stradale.


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Paolo Iannuccelli è nato a Correggio, provincia di Reggio Emilia, il 2 ottobre 1953, risiede a Nettuno, dopo aver vissuto per oltre cinquant'anni a Latina. Attualmente si occupa di editoria, comunicazione e sport. Una parte fondamentale e importante della sua vita è dedicata allo sport, nelle vesti di atleta, allenatore, dirigente, giornalista, organizzatore, promoter, consulente, nella pallacanestro. In carriera ha vinto sette campionati da coach, sette da presidente. Ha svolto attività di volontariato in strutture ospitanti persone in difficoltà, cercando di aiutare sempre deboli e oppressi. É membro del Panathlon Club International, del Lions Club Terre Pontine e della Unione Nazionale Veterani dello Sport. Nel basket è stato allievo di Asa Nikolic, il più grande allenatore europeo di tutti i tempi. Nel giornalismo sportivo è stato seguito da Aldo Giordani, storico telecronista Rai, fondatore e direttore della rivista Superbasket. Attualmente è presidente della Associazione Basket Latina 1968. Ha collaborato con testate giornalistiche locali e nazionali, pubblicato libri tecnici di basket e di storia, costumi e tradizioni locali Ama profondamente Latina e Ponza, la patria del cuore.