LATINA – Era stato licenziato per aver prelevato denaro dal conto di un cliente della banca, falsificandone la firma. Aveva confessato di averlo fatto in un momento di profonda fragilità e l’impugnazione dell’ex dipendente è finita al tribunale di Latina, sezione lavoro, ma la Suprema Corte ha rigettato il ricorso presentato dai legali dell’uomo il 31 gennaio 2019.

Secondo i giudici infatti, l’uomo avrebbe agito con lucidità mentre il cliente non si accorgeva di quello che l’impiegato stava facendo con i suoi soldi. I fatti risalgono a oltre otto anni fa ed è anche questo uno dei motivi per i quali i magistrati hanno rigettato il ricorso. Nonostante le memorie che l’imputato avrebbe presentato al Tribunale, la sentenza è diventata definitiva.


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