L’Attore del Secolo ( Massimo Populizio ) Il Pagliaccio del Secolo (B. Mussolini )

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“M Il figlio del secolo”> regia criticamente puntuale del romanzo di A. Scurati di Massimo Popolizio suffragata da una traduzione-lettura drammaturgica ritmata e sostenuta da un allestimento ineccepibile sia criticamente sia interpretativamente grazie ad attori bravissimi tra i quali T. Ragno nel ruolo di Mussolini e Sandra Toffolatti con tutti gli altri attori compresi gli incisivi e superlativi camei dello stesso Popolizio sempre al Massimo(!) delle sue prestazioni attoriali. Se per modestia o pudore evitiamo dire che l’Allievo (Popolizio) può aver superato il Maestro (Ronconi) tuttavia ci riteniamo autorizzati ad affermare che l’ “eterno ragazzo” mostra di esserne sicuramente all’altezza vuoi per l’intelligenza della lettura ossia messa in scena di poderosi e ponderosi romanzi – indimenticabili I fratelli Karamazov, Il pasticciaccio di via Merulana di Gadda regia L. Ronconi, sempre all’Argentina- vuoi per l’autonomia di ritorno(!) quanto alle cosiddette macchine sceniche. Tre ore di spettacolo volano sul filo di un’attenzione, un coinvolgimento edificanti e al tempo stesso istruttivi trattandosi di un discorso-dialogo “para-didattico” complici e sodali il regista e lo spettatore in cui la Storia/il Fascismo si fanno teatro mediante la cifra del grottesco, integrati o sottolineati dal noir cinematografico (efficaci le video-proiezioni d’epoca) che “incornicia” la M con una passione politica e una ideologia né scontate e mai abusate pregio non di poco conto; un noir teatrale austero, amaro e al tempo stesso intellettualmente ed emotivamente stimolante. Senz’altro centrato, umanamente e drammaticamente coinvolgente il Matteotti privato e politico specie il delitto, di un’asciuttezza e pregnanza tragiche tali da ingenerare uno sconcerto e un’adesione emotiva indicibili, una “perla teatrale” che vale tutto lo spettacolo di per sé, ribadiamo, eccellente. Realisticamente efficaci le scene “popolari” senz’altro cinematograficamente neorealistiche (la pioggia vera con gli ombrelli!) Insomma, una M a tre dimensioni: Mussolini Pagliaccio del secolo, Matteotti Vittima di quel secolo, Massimo Attore del (nostro) secolo (!). Uno spettacolo oggi oltremodo attuale anche per la guerra in atto in Ucraina: il riferimento alla marcia su Roma è una “pietra nera” scagliata a mezzo della vicenda, una colossale pagliacciata degna del gran pagliaccio M del secolo peraltro oggigiorno incredibilmente, oscenamente replicato in successione alfabetica dalla P, da un altro criminale di guerra.


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