Le vittime dello Stato secondo il cinema di genere. Recensione di Malleus (2022) di Andrés Rafael Zabala

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Nato in Argentina e cresciuto tra l’Austria e l’Italia, Andrés Rafael Zabala è un regista, produttore, sceneggiatore, operatore, montatore e docente di Regia e Cinematografia alla RUFA (Rome University of Fine Arts), dove insegna(va)no anche Susanna Nicchiarelli, Giacomo Ciarrapico, Christian Angeli e Daniele Ciprì.

Il regista Andrés Rafael Zabala

Molti anni prima di girare Malleus, Zabala ha già diretto una serie di cortometraggi, fra cui Sotto sotto (2006, disponibile su YouTube), un racconto surrealista ambientato fra le lenzuola di un letto matrimoniale. Vedere per credere!

Successivamente ha esordito nel lungometraggio con A Dark Rome – Una Roma oscura (2012), un thriller girato nella capitale d’Italia – e in lingua inglese – con alcuni suoi ex studenti. Nonostante il budget ridotto, lo stesso film – ambientato in un centro estetico per figure ecclesiastiche – si è fatto notare in alcuni festival specializzati in cinema di genere, ottenendo riconoscimenti per la regìa e la scrittura. Per chi volesse recuperarlo è disponibile gratuitamente – e con i sottotitoli in italiano – su YouTube e Chili.

Il manifesto di Malleus

E ora arriviamo a Malleus: Bea Romano (Rosanna Fedele) è una chef che viene sostituita nel giro di ventiquattro ore senza ricevere il suo ultimo stipendio. Suo marito Lorenzo (lo stesso Zabala), invece, è stato ucciso a colpi di martello da uno sconosciuto, che a sua volta ha tentato di uccidere anche lei. Per quasi tutta la durata del film, la vediamo calva per un’alopecia da stress e con una cicatrice in testa. Dopo aver sepolto Lorenzo, Bea si ritrova nel bel mezzo di un pignoramento a causa dei debiti che non erano riusciti a saldare; e nello stesso periodo riceve alcuni ospiti indesiderati: un giovane bartender, una ragazza che portava avanti l’attività di famiglia e un professore senza domicilio. Oltre ad aver avuto gli stessi problemi finanziari di Bea, sono tutte vittime dello stesso assassino, che per colpirli ha usato un martello diverso per ciascuno. Con del sangue ancora fresco sulle teste, questi spiriti iniziano a fare pressioni sulla vedova per scoprire l’identità del “Pazzo del martello” e capire il motivo per cui se la prende con le vittime dello Stato; ma lei afferma di non ricordare niente. Oltre a loro ci sarebbe una presenza apparentemente slegata agli omicidi; ma ben presto ogni tassello completerà il suo quadro.

Bea (Rosanna Fedele) con Paolo (Valerio Orsini), una delle vittime del killer.

Lo stile registico si coglie dalle inquadrature inclinate (o “fuori bolla”) nei momenti di pathos; dal confine labile tra realtà e sogno; dai continui riferimenti a Mario Bava, Dario Argento e Roman Polanski; e infine dal sodalizio con la sua “partner in crime” e consorte Rosanna Fedele, anche co-autrice della sceneggiatura. Oltre a saper recitare, scrivere, cantare e disegnare, quest’ultima si è guadagnata, sempre con Malleus, dei riconoscimenti al Lueå International Film Festival (in Svezia), al Montevideo Fantastico (Uruguay) e al NYCA (New York Cinematography Awards); e nonostante la sua scomparsa continua ad avere altre candidature. Questo significa che vivrà per sempre nel lavoro svolto e nei ricordi di chi l’ha amata, come ad esempio suo marito e i due figli.

L’attrice, doppiatrice, cantante, stilista e pittrice Rosanna Fedele.

Altri elementi da considerare sono la fotografia estraniante di Niccolò Ballante – inclusi i grandangoli (o “fish-eye”) che imitano l’ottica dello spioncino – e la colonna sonora disagevole di Federico Landini, anch’esso docente alla RUFA.

Andrés e Rosanna al Film Fest International di Edimburgo con i due premi ottenuti come miglior regista per un film straniero e miglior film in assoluto per il festival.

Oltre a una distribuzione più ampia per questo film – probabilmente visto solamente da alcuni intenditori e personalità del settore – si spera che Zabala compia un passo in avanti con la regìa cinematografica. Del resto ci ha insegnato che se hai l’urgenza di raccontare una storia puoi sempre trovare i mezzi per realizzarla.

 


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