L’etica del viandante

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L’etica del viandante di Umberto Galimberti                                                        La fine della modernità e il tramonto delle grandi ideazione (Parte quarta)

          Nella quarta parte dell’intenso saggio, pieno di intelligenza e di dottrina, Umberto Galimberti affronta con chiarezza espositiva e competenza il tema de La fine della modernità e il tramonto delle grandi ideazioni. Nell’età moderna il mondo è stato descritto dalla ragione scientifica che ha avuto inizio con Cartesio, con il cogito ergo sum, con il dualismo della res cogitans e la res extensa, e si è sviluppata, attraverso il dominio e il possesso della natura, nel Settecento con l’Illuminismo e nell’Ottocento con il marxismo e il capitalismo.

In questo scenario l’uomo è diventato soggetto che pensa e la natura come oggetto da conoscere con gli strumenti matematici della ragione umana, come sosteneva Galileo, secondo il quale la natura è scritta in termini matematici. Oltre al soggetto la modernità, attraverso il modello fisico-matematico, ha inaugurato l’universalità della ragione capace di garantire il dominio dell’uomo sul mondo e di promuovere il progresso dell’umanità.

Con la fenomenologia, inaugurata da Edmund Husserl, e con la denuncia della crisi delle scienze europee, l’ipotesi razionalista, che procede more geometrico, crolla, viene messa in discussione, perde fiducia. Alla rinuncia definitiva della ragione assoluta e universale contribuisce anche la filosofia di Nietzsche e il pensiero di Freud che, valorizzando l’inconscio, sottrae alla ragione la guida della vita umana.                          Inoltre il fondamento della modernità, che risiedeva nella fiducia incondizionata della ragione universale, viene messo in discussione dalle idee del fisico Ernst Mach, dal «teorema della finitezza» del matematico David Hilbert, dalla «teoria quantistica» del fisico tedesco Max Plank, dalla «teoria della relatività» dello scienziato Albert Einstein, dal «principio di indeterminazione» di W. Karl Heisenberg e dai «teoremi dell’incompletezza» del logico matematico Kurt Gödel.                                                                                                                                                                          Dopo il naufragio della ragione universale, che era il sogno della modernità, ha avuto inizio l’epoca della post-modernità, che per il filosofo e sociologo francese Michel Foucault è una iper-modernità perché rappresenta una continuazione della modernità con mezzi più sofisticati che delegano la razionalità alla macchina.                                                                                                                                                             Le grandi ideazioni, quali il dominio della natura, le ideologie, la politica, la religione e la storia, subiscono delle trasformazioni. La post-modernità sostituisce al «regno dell’uomo» il «regno degli strumenti». Cadono così le finalità che la modernità si era proposta, e vengono sostituite dalla funzionalità. L’uomo rischia di essere cancellato.                                                                                                                                Nell’età della tecnica, che considera le ideazioni come pure ipotesi, superabili per principio, si verifica il tramonto di tutte le ideologie o dottrine filosofiche, etiche, politiche e religiose, che pensano di spiegare il mondo. Infatti l’Illuminismo, Hegel, Marx, Nietzsche, Freud, i sociologi della conoscenza (Pareto, Mannheim, Max Weber) ed Emanuele Severino denunciano il carattere ideologico delle filosofie precedenti che pretendono di “valere” incondizionatamente.                                                                                                                                                                                    Qualsiasi ideologia non può realizzare i suoi scopi se non subordinandosi al potenziamento della competenza tecnica. L’apparato tecnico non è più un mezzo a disposizione delle ideologie, ma sono le ideologie ad essere subordinate all’incremento della tecnica, alla sua potenza ed efficacia. Questa subordinazione, per il filosofo Severino, è il modo specifico in cui la civiltà della tecnica spinge al tramonto le ideologie, trascinando l’economia, la politica, l’etica, la religione e la storia.

Galimberti si sofferma, inoltre, anche sull’insolubile contraddizione dell’economia nell’età post-moderna dove gli uomini sono produttori e consumatori di merci che hanno bisogno, attraverso la pubblicità e la moda, di essere consumate. Nella nostra società consumistica l’identità di ciascuno è sempre più consegnata agli oggetti che possiede.    Nell’economia di mercato, che con la globalizzazione è diventata mondiale, i consumatori sono diventati alleati per garantire la mortalità dei suoi prodotti. Il consumo diventa “forzato” e la distruttività è un imperativo funzionale dell’apparato economico, caratterizzato dal nichilismo.                                                                                                                                                                                                  Nel mondo odierno, contrassegnato da una cultura di consumo, gli oggetti durevoli sono sostituiti dai prodotti destinati all’obsolescenza immediata e il mercato diventa generatore simbolico di tutti i valori riassumibili nel denaro, valutando solo l’utile e sottovalutando il vero, il giusto, il bello (i valori del mondo-della vita). In questo contesto, caratterizzato dal dominio della razionalità del mercato su tutti gli uomini (servi o signori), la rivoluzione è impraticabile.

Nell’età post-moderna si assiste a uno spaesamento della politica che nel decidere guarda le risorse e le novità tecnologiche. La politica, con l’apparato burocratico dello Stato, è subordinata alla razionalità tecnica e il primo ad avvertire questa subordinazione è stato Max Weber. La tecnica, oggi, non è più un mezzo al servizio dell’uomo, ma un mondo, un ambiente che decide la direzione dell’agire umano e quindi della politica che si adegua passivamente alla tecnica.                                                                                                                                                                                La politica non governa più gli uomini come nel passato, ma governa strutture, ruoli, funzioni e specifiche competenze, perché solo così la complessità della società diventa compatibile con il calcolo tecnico. Le concezioni politiche del passato (da Platone a Hegel) sono inadeguate nell’età della tecnica e la politica finisce con l’estraniarsi dal mondo della vita.

Nella società complessa la tecnica, condizionando le scelte del potere politico, ne riduce l’autorità e riduce anche il potere della democrazia perché la volontà popolare è sottomessa a un’amministrazione tecnocratica. La democrazia, come sistema normativo ed espressione della volontà popolare, viene sostituita dalla tecnica rendendo disponibile un numero enorme di risorse. Da qui nasce nella società complessa il populismo che, sfruttando l’incompetenza del grande pubblico, attacca e discredita la democrazia.

In questo quadro di riferimento la mondializzazione della finanza toglie sovranità agli Stati e praticabilità alla democrazia. E nella post-democrazia la razionalità viene delegata alle macchine e alla logica lineare con cui procedono i calcoli algoritmici. Gli algoritmi diventano le macchine più idonee e più efficaci per gestire e governare gli individui, dopo aver loro sottratto la singolarità e complessità della loro esistenza.                                                                                                                                          La logica lineare delle macchine, che si sostituiscono all’essere umano, affidando la gestione della vita alla razionalità degli algoritmi, non recepisce la complessità dell’esistenza e il mondo-della vita. Rinunciando all’uso dell’intelligenza umana gli individui si affidano all’intelligenza artificiale. L’algoritmo non è interessato a sapere chi è l’uomo, ma a sapere unicamente come funziona, come acquisisce le competenze utili alla vita adulta. E la scuola, invece di essere una scuola di formazione, al servizio del sapere utile a comprendere la complessità della natura e della vita umana, diventa una scuola di apprendimento di competenze al servizio delle richieste dell’economia.                                                                                                                                          Nell’età della tecnica, dopo il crepuscolo della religione che ha inaugurato la storia, nata dalla visione religiosa del mondo, l’uomo comprende solo ciò che serve, ciò che è utile. La tecnica non conosce altra finalità che il suo autopotenziamento e con il suo sviluppo non è più un mezzo a disposizione dell’uomo, ma diventa il suo mondo che non si propone dei fini ma dei risultati.

Nell’età della tecnica, che caratterizza con la razionalità tecnica la post-modernità, il tempo è scandito dalle conquiste tecniche e l’uomo non è più il soggetto della storia ma diventa co-storico. Il tempo così non è più dell’uomo. La tecnica, con il suo carattere afinalistico perché non ha scopi ma solo risultati, non ha memoria storica ma solo memoria procedurale. Oggi si parla sempre meno di progresso e sempre più di sviluppo caratterizzato da una sperimentazione tecnica illimitata. La tecnica, che governa il “nostro” tempo non è assolutamente interessata al destino dell’uomo. La tecnica, scriveva già nel 1949 Karl Jaspers «ha radicalmente trasformato l’esistenza quotidiana dell’uomo nel suo ambiente, ha costretto modo di lavoro e società in nuovi binari».

La storia, nell’epoca attuale non è più orientata verso una finalità, l’uomo perde ogni orizzonte di senso, di significato per la comprensione di sé e del mondo. Non è più l’uomo che si trova ad abitare l’età della tecnica, a fare la storia perché, come ha scritto Heidegger, «l’uomo non è affatto preparato a questo radicale mutamento del mondo […] non è adeguato con ciò che sta realmente emergendo nella nostra epoca».

 

 

 

 

 

 

 


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