L’importanza di leggere i classici

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Dai libri s’imparano più cose che dall’ascolto. Nel silenzio e nella quiete meditativa della lettura si può riflettere più intensamente, si può meditare, si può soppesare. Si ricorra dunque ai libri, e soprattutto a quelli buoni. (Erasmo da Rotterdam)

I classici sono libri che hanno scandito il cammino culturale dell’umanità, sono le opere fondamentali della letteratura di tutti i tempi che possono essere letti in ogni stagione della vita.

Sono classici gli autori che, attraverso i secoli, hanno raccontato l’uomo e la sua crescita intellettuale e spirituale. La loro forza sta nel fatto che possono ancora parlare a noi contemporanei, possono raccontare delle questioni che appartengono al nostro vissuto e restano sempre attuali.

La potenza infinita dei classici e, più in generale delle «opere di genio», hanno la capacità di scuoterci, di toccarci nel profondo della mente e del cuore e di spingerci alla fiducia e all’entusiasmo anche nei momenti dolorosi e tristi dell’esistenza.

 I grandi classici della letteratura di tutti i tempi, a partire da quella greca, costituiscono la base per un insegnamento scolastico, universitario e per la formazione integrale delle giovani generazioni.

Nel corso della storia ci sono sempre stati molti buoni motivi per studiare i classici: imparare il valore della parola, coltivare la cultura del dialogo, riandare alle radici del sapere. Ha scritto Italo Calvino, uno dei narratori italiani più importanti del secondo Novecento, che «un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire; un classico è un’opera che provoca incessantemente un pulviscolo di discorsi critici su di sé».

I classici sono quei libri, come la Bibbia, l’Iliade e l’Odissea di Omero, l’Eneide di Virgilio, le Metamorfosi di Ovidio, il De rerum natura di Lucrezio, il De civitate Dei di Agostino, la Divina Commedia di Dante Alighieri, le tragedie e commedie degli scrittori greci (Eschilo, Sofocle ed Euripide), di Shakespeare e di altri autori che, anche a distanza di tanto tempo dalla loro scrittura, continuano a parlare al lettore e sono importanti non tanto per le risposte che hanno dato (che sono legate al loro periodo storico), ma per le domande che hanno posto, e richiedono molta attenzione, scavo, coinvolgimento e   partecipazione. Le antiche voci dei profeti, filosofi, poeti, storici, scienziati e letterati di Gerusalemme, Atene e Roma, parlano ancora ai cittadini del terzo millennio.

Il pensatore e storico Niccolò Machiavelli confessava che, rientrato a sera dal suo lavoro di scrittore, assumeva «paludamenti nobili» e si metteva in dialogo con i classici. Il letterato fiorentino, nella famosa lettera a Francesco Vettori, scriveva: «Entro nelle antique corti degli antichi uomini…dove non mi vergogno parlare con loro, e domandarli delle ragioni; e quelli per la loro umanità mi rispondono».

Le opere classiche dell’età antica, moderna e contemporanea sono un patrimonio dell’umanità da difendere e diffondere con coraggio perché possono aprire orizzonti sul presente e sul futuro, rappresentare la realtà e dare senso e significato alla vita.

Si leggono i classici antichi e moderni perché procurano piacere e gioia intellettuale, contengono verità profonde da considerare in maniera ponderata e permettono di vivere nuove esperienze emotive e conoscitive.

La lettura dei classici o dei sapienti di ogni civiltà è molto utile e importante perché nutre la nostra mente e spesso il loro pensiero atemporale coglie in profondità i segreti costanti dell’anima umana nel bene e nel male.

La principale caratteristica dei classici, oltre ad avere una vita lunga che supera il loro tempo, consiste nel fatto che più si leggono, più alimentano i nostri pensieri e arricchiscono la nostra personalità.

I classici, per la loro capacità argomentativa e per il loro elegante stile narrativo e comunicativo, sono quei libri che non finiscono mai di dire quel che hanno da dire, sono davvero infinitamente “futuri”, continuano nel tempo a indicare essenziali punti di riflessione e di orientamento e possono fornire chiavi interpretative del nostro futuro.

Ha scritto Ivano Dionigi: nel libro Di fronte ai classici: «Se la cultura classica – nelle sue molteplici forme di lingua, letteratura, archeologia, arte, musica, storia, scienza, tecnica, economia, filosofia – è parte dell’identità individuale e collettiva, se rappresenta il diverso della modernizzazione e omologazione mediatica, se ci consegna non solo un’eredità spirituale ma anche un investimento economico; se la cultura classica significa tutto questo, allora ne segue che essa è un diritto di cittadinanza per tutti».


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