“Lo sciopero dei braccianti, le elezioni, e le grida manzoniane”

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TERRACINA – Ragionare a bocce ferme su quello che è stato, a memoria storica per la provincia pontina, il primo massiccio sciopero di braccianti agricoli extracomunitari, credo sia opportuno e politicamente corretto.

Come credo sia importante evidenziare che il nostro non è un territorio che ha al suo interno soggetti possessori di cromosomi xenofobi o imprenditori agricoli votati allo sfruttamento intensivo di lavoratori, peraltro  quest’ultimi indispensabili per le sorti delle imprese del territorio terracinese e più in senso lato della provincia di Latina.

Anche se devo contestualmente rilevare che nell’incontro che il “capitano” Salvini ha avuto l’altro giorno in piazza Garibaldi, la retorica di certi soggetti sui delicati temi dell’immigrazione e dei lavoratori impegnati in agricoltura, ha raggiunto vette antidemocratiche e che non fanno certamente del bene alla soluzione delle criticità che oggettivamente sono sotto gli occhi di tutti.

Fatto salvi i diritti dei lavoratori, a questo ci devono pensare gli imprenditori di concerto con le organizzazioni sindacali, il quadro che la nostra agricoltura palesa è davvero sconfortante per una serie di ragioni.

La prima concerne alla mancanza di una vera politica locale a supporto reale del settore agricolo terracinese, lasciato da troppo tempo alla pur lodevole iniziativa dei singoli imprenditori.

La seconda riguarda la mancata difesa delle produzioni di eccellenza, la loro pubblicizzazione sui mercati nazionali e internazionali, il deficitario percorso per raggiungere le certificazioni di “prodotto” di eccellenza made in Terracina.

Vorrei solo ricordare a chi ci segue in questa campagna elettorale, che una parte sostanziale del nostro programma è incentrata nelle analisi e nelle soluzioni dei problemi legati al settore agricolo, perchè la maggior parte delle imprese operanti si raggruppa nella parte di pianura pontina che si estende intorno alla città di Terracina.

Altro dato importante da tenere a mente, in controtendenza nazionale: sul nostro territorio il numero degli imprenditori agricoli sta aumentando e molti di loro sono giovani e laureati.

Manca, però, al netto delle “grida manzoniane” di qualche soggetto errante della politica terracinese, una vera comunione d’intenti tra Ente Locale e imprenditori agricoli, per concentrare ogni sforzo possibile affinché l’intero comparto possa generare utili d’impresa duraturi nel tempo e un’immagine positiva per la città di Terracina.

Noi siamo consapevoli della mission che abbiamo di fronte, questa non ci spaventa e vogliamo fare sul serio.

Anche bypassando – oggi – le belle parole e le facili promesse che alcuni competitor stanno forsennatamente spendendo in maniera gratuita, per dedicarci dopo il 5 di giugno, con responsabilità e competenza, al governo della nostra Città.

 

Gina Cetrone

Lista civica “Sì Cambia”


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