“Parigi, tutto in una notte” descrive con sagacia il grande trambusto nel pronto soccorso di un ospedale parigino durante una manifestazione dei gilet gialli

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Titolo: Parigi, tutto in una notte

Titolo originale: La fracture

Regia Catherine Corsini

Sceneggiatura: Catherine Corsini, Laurette Polmanss, Agnès Feuvre

Musiche: Robin Coudert

Produzione Paese: Francia 2021

Cast: Valeria Bruni Tedeschi, Marina Foïs, Pio Marmaï, Aissatou Diallo Sagna, Jean-Louis Coulloc’h, Caroline Estremo, Marin Laurens, Ferdinad Perez, Camille Sansterre, Clément Cholet, […] 

Raf (Valeria Bruni Tedeschi) è una disegnatrice affermata che dopo dieci anni di convivenza rivela bruscamente alla sua compagna Julie (Marina Foïs) che vuole la separazione. Subito dopo, tuttavia, se ne pente e insegue Julie, che va via infuriata, per chiederle scusa, ma  lungo la strada, nella foga della sua insania, cade maldestramente e si frattura il gomito di un braccio finendo ricoverata in ospedale. Nello stesso pronto soccorso viene assistito contemporaneamente Yann (Pio Marmaï), un camionista ferito gravemente ad una gamba dalla polizia durante la manifestazione dei gilets jaunes (gilet gialli). Tra i due, una borghese e un proletario, si origina subito una continua diatriba violenta e fastidiosa soprattutto per il comportamento irriguardoso e assillante di Raf, mentre la sede del pronto soccorso diventa sempre più affollata da manifestanti che richiedono cure, essendo stati caricati bruscamente e feriti dalla polizia.

Il titolo originale del film è La fracture, la frattura del gomito, intesa come la metafora della frattura sociale in atto negli ultimi anni in Francia – specchio di ciò che succede anche negli altri paesi europei -, evidenziata dalle continue manifestazioni dei gilet gialli, che si sono ripetute a cadenza settimanale a Parigi prima dell’avvento pandemico Covid 19. La fracture è il titolo che si presta meglio a indicare l’ethos del film, che esplicita i problemi morali e la caduta dei valori sociali di una società che ha perduto il suo senso originario.

Il film descrive, con una pratica estetica incredibile, talvolta con punte ironiche e comiche, ma in modo realistico e straordinariamente sintetico, cioè tutto in una notte, il profondo dramma sociale delle persone, che trova la sua sede emblematica in un pronto soccorso d’ospedale. In uno spazio ristretto, ma rappresentativo di un disagio diffuso, si incontrano e scontrano uomini e donne di tutti i ceti sociali per curarsi, ma da cui emergono quelle questioni mai risolte politicamente e socialmente, ed acutizzate da una gestione politica incompetente, arrogante e autoritaria, a cui si aggiungono la rabbia, la violenza, il dislivello culturale ed economico, la mancanza di convivenza umana. Ciononostante, dal contatto fisico e dal bisogno quel che emerge magnificamente è la legge morale kantiana che è dentro ciascuno di noi e che si manifesta, innanzitutto, nel personale sanitario che osserva scrupolosamente il giuramento ippocratico nel curare i malati e si oppone categoricamente alla delazione richiesta dalla polizia, rifiutando di rispettare la legge immorale così come fece l’Antigone sofoclea. Dalla confusione, dalla baraonda, dal caos per fortuna tutto tende a placarsi e a rientrare anche se momentaneamente nella normalità. Come sosteneva il filosofo Platone il kaos, la materia informe e rozza, grazie ad un demiurgo si fa  cosmo, cioè diventa ordine, un demiurgo che in tali contesti si può interpretare come quel senso di umanità che ciascuna persona coinvolta in un sistema sociale esplicita in tutta la sua intrinseca limpidezza.

Parigi, tutto in una notte è stato presentato in concorso per la Palma d’oro al LXXIV Festival di Cannes, dove ha avuto la menzione speciale al Premio AFCAE. Ha ricevuto pure il Premio César 2022 per la Migliore attrice non protagonista a Aissatou Diallo Sagna.

Filmografia

Poker (1987), Les Amoureux (1994), La Nouvelle Eve – Una relazione al femminile (1999), Mohamed (Episodio di Pas d’histoires! 2001), La Répétition – L’altro amore (2001), Mariées mais pas trp (2003), Les Ambitieux (2006), L’amante inglese (2009), Tris mondes (2012), La Belle Saison (2015), Un amour impossibile (2018).

Francesco Giuliano


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).