“Piccole donne”, una disamina profonda sull’emancipazione effettiva della donna

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Titolo: Piccole donne

Titolo originale: Little Women

Regia: Greta Gerwig

Soggetto: Louisa May Alcott (dall’omonimo romanzo, 1868 e 1869)

Sceneggiatura: Greta Gerwig

Musica: Alexandre Despalt

Produzione Paese: USA, 2019

Cast: Saoirse Ronan, Emma Watson, Florence Pugh, Eliza Scanlen, Timothée Chalamet, Laura Dem, Meryl Streep, James Norton, Bob Odenkirk, Chris Cooper, Louis Garrel, Abby Queen, Tracy Letts, […]

Così come è avvenuto per Christine McPherson in Lady Bird (2017) che si sente ingabbiata in una città che non le concede quella libertà che vorrebbe, ma a differenza di Florence in Chesil Beach di Dominic Cooke (2017) che non riesce a trovare un appiglio che la faccia unire a suo marito perché ha paura del sesso e non possiede la capacità sentimentale ed emozionale necessaria, la trentaseienne regista Greta Gerwig, prendendo spunto dall’omonimo romanzo di Louisa May Alcott (pubblicato in due volumi tra il 1868 e il 1869), descrive, in Piccole donne,  il carattere di Jo March (Saoirse Ronan). Jo è una piccola donna con una grande voglia di avere una vita autonoma tale da poter fare liberamente qualunque scelta consona al proprio essere senza chiedere niente a nessuno, e anche agire in modo da dare sostegno economico alla sua famiglia che si trova in condizioni disagiate per l’assenza del padre (Bob Odenkirk), soldato durante la Guerra Civile americana.

Jo, infatti, esprime questa sua intima aspirazione quando afferma: Voglio farmi la mia strada nel mondo! perché ha la consolidata convinzione che le donne hanno una mente, hanno un’anima non soltanto un cuore! Hanno ambizioni, hanno talenti e non soltanto la bellezza! Sono così stanca di sentir dire che l’amore è l’unica cosa per cui è fatta una donna, sono così stanca di questo!

Jo, in effetti, dimostra quel che Ian Mcwan esprime, anche se in un contesto e con una problematica diversa, in Bambini nel tempo (1988), e cioè la capacità di una partecipazione empatica e magica al processo creativo … trascinata dalle emozioni profonde e immediate, di quell’interpenetrazione oscillante del fisico nello psichico, della loro essenziale inscindibilità.

Jo si comporta, ovviamente, tra i dettami del suo cuore e della sua mente che costituiscono la tenaglia della sua esistenza, e in contrapposizione alla consolidata convinzione dell’anziana zia (Meril Streep), secondo la quale la donna deve pensare soltanto a fare un buon matrimonio perché, come le dice, nessuno si fa strada da solo, men che meno una donna! La donna, secondo lei, che esprime lo stereotipo comune, deve trovare un buon partito. E ciò è il suggerimento che, in accordo con la consuetudine, seguono le altre due sorelle di Jo, Meg (Emma Watson) ed Amy (Florence Pugh), ma non la terza sorella Beth (Eliza Scanlen) che muore prematuramente per una grave malattia.

Jo scrive perché scrivere non aumenta l’importanza delle cose: la riflette, e pubblica racconti, i cui proventi utilizza per sostenere la famiglia a insaputa della dolce e condiscendente madre Marmee (Laura Dem), la quale cerca di educare la quattro figlie nel migliore dei modi.

Ecco allora che Piccole donne tratteggia, attraverso l’eversiva Jo, un mondo in cui prevalgono il dominio incontrastato dell’uomo, gli stereotipi consolidati ritenuti assiomi indispensabili, le grevi difficoltà che la donna incontrava circa un secolo e mezzo fa e che incontra ancora oggi senza soluzione di continuità.

Piccole donne, tuttavia, appare come una premessa, un buon augurio che nell’umanità si costruisca una strada effettiva dove sia l’uomo che la donna possano andare insieme in piena parità di diritti e di doveri.

Il pubblico di questo singolare film è soprattuto femminile e ciò fa capire quando immensa sia la richiesta di emancipazione effettiva della donna che, oggi soprattutto, non pensa di essere considerata solo strumento per creare e accudire la famiglia ma di avere, nel contempo, autonomia e libertà ampia di fare e di non fare. La creatività che essa possiede, che si esprime anche nella sua straordinaria sensibilità, non è connessa solo al ruolo che la natura le ha assegnato ma anche a ciò che deriva profondamente dalla sua mente. Sapere scrivere racconti, sapere suonare, sapere amare, dimostrare genuinità nei rapporti umani, manifestare tenerezza nei confronti di chi ne ha bisogno, amare per realizzare i propri sogni e uscire dalla tenaglia della società con i suoi fissi stereotipi intoccabili, è quel che la donna chiede, rifuggendo da quel che è considerato dalla società l’unico e solo suo obiettivo, cioè il matrimonio utile per ottenere una sistemazione definitiva della propria esistenza.

Piccole donne ha ottenuto diverse nomination in vari festival cinematografici: sei al Premio Oscar 2020, due al Golden Globe 2020 e cinque al Premio BAFTA 2020.

Filmografia

Nights and Weekends (2008, co-direttocon il regista Joe Swanberg), Lady Bird (2017).

 Francesco Giuliano


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).