L’ultimo biennio non è stato assolutamente facile per l’Ente Parco Nazionale del Circeo e per il suo presidente, Giuseppe Marzano, insediatosi nella carica il 6 agosto 2021, su decreto dell’allora ministro Cingolani, costretto a svolgere il suo mandato  tra mille difficoltà.

Alla base della situazione, in primis, la mancata nomina del direttore, che continua a protrarsi, nonostante il consiglio direttivo dell’Ente abbia provveduto in data 29 dicembre 2022 alla individuazione della terna di nominativi, attraverso l’adozione di procedure pienamente condivise con proprie note dai competenti uffici ministeriali e dall’Autorità Nazionale Anticorruzione, e sottoposta poi, ma rimasta sinora senza seguito, alla scelta del Ministro dell’Ambiente.

In precedenza, come sottolinea lo stesso presidente, erano state espletate ben tre procedure per l’individuazione della terna di nominativi per la nomina del Direttore dell’Ente, di cui le prime due annullate dal Ministero dell’Ambiente e la terza annullata a maggioranza dal Consiglio direttivo dell’Ente, poi avallata dagli uffici dello stesso Ministero, dopo che erano emerse irregolarità nelle modalità operative adottate, evidenziate anche da varie note di partecipanti alla selezione.

E dall’assenza della figura apicale è scaturito un netto rallentamento delle procedure relative ad alcuni progetti finanziati nell’ambito dell’iniziativa “Parchi per il clima”, di cui due già in possesso di elaborazione definitiva, ed uno, parliamo delle piste ciclabili nel Comune di Sabaudia, addirittura già in avanzato stato dei lavori. Così come al palo rimangono i progetti relativi alla sentieristica e le opere programmate per l’isola di Zannone, nonchè il Piano del Parco che necessita ormai di pochi adempimenti per tagliare finalmente il traguardo dell’approvazione finale.

Ma non solo. I limiti operativi, infatti, provengono anche dalle carenze che si evidenziano nel quadro organico dell’Ente dove, a fronte dei 9 previsti (numero già molto sottodimensionato rispetto alle concrete esigenze dell’Ente), in ruolo risultano appena 5 dipendenti, di cui uno soltanto con incarico di funzionario, peraltro con profilo professionale di naturalista e non idoneo alla gestione di opere pubbliche.

Senza dimenticare che, agli inizi del 2022, quando il Consiglio direttivo aveva una composizione del tutto diversa da quella di oggi e l’attuale presidente si era insediato da soli 6 mesi, l’Ente è stato sottoposto ad un’ispezione del MEF sulla gestione dell’Ente negli anni precedenti, che ha riscontrato ben 19 criticità relative ai periodi antecedenti di cui alcune rinviate a decisioni della procura della Corte dei Conti e tutte relative a questione gestionali e non addebitabili agli organi di indirizzo politico-amministrativo. “Vicende che – come afferma il presidente – hanno destabilizzato l’ambiente lavorativo dell’Ente, minando profondamente la serenità che dovrebbe caratterizzare le condizioni in cui ogni lavoratore svolge le proprie funzioni”.

Nonostante le gravi difficoltà accusate dalla struttura, il Consiglio e il Presidente continuano, tuttavia, a lavorare con grande intensità, assumendo molte decisioni nell’ottica della semplificazione amministrativa e della velocizzazione delle risposte alle istanze di altre Pubbliche Amministrazioni e cittadini.
In tale ottica si è intervenuti sulle modalità per il rilascio dei pareri per i condoni edilizi, per l’ottenimento dei nulla-osta in materia urbanistica ed edilizia, dei nulla-osta in materia agro-forestale e in molte altre procedure.

In questi mesi, inoltre, sono stati compiuti molti progressi circa l’adozione di strumenti amministrativi previsti per legge e mai, in precedenza, realizzati nel modo e nei tempi dovuti. Si è provveduto, ad esempio, ad approvare il Piano Triennale del Fabbisogno del Personale, poi confluito nel Piano Integrato di Attività e Organizzazione dell’Ente (PIAO) (contenente anche il Piano Anticorruzione, Piano della Trasparenza e il Piano della Performance), strumento propedeutico all’acquisizione di nuovo personale, il tutto accolto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri attraverso la recente emanazione di uno specifico DPCM che ora consente a questo Ente, e soltanto ad altri 4 Parchi Nazionali, di assumere nuovo personale. Da molti anni si lamentava la mancanza di dipendenti, ma non erano stati predisposti tali strumenti, essenziali per procedere a nuove assunzioni.

“Negli anni precedenti il Bilancio preventivo e quello consuntivo venivano spesso definiti in ritardo, giungendo per il Bilancio consuntivo ad approvazioni fuori termine per ben 7 anni di seguito” spiega il presidente Marzano, ricordando “che l’approvazione oltre i termini previsti di tali strumenti è uno dei motivi, così come stabilito dalla legge e ricordato dalla Corte dei Conti, per il commissariamento degli Enti Parco, cosa peraltro mai avvenuta. Da quando il sottoscritto svolge le funzioni di Presidente dell’Ente, i bilanci sono stati sempre approvati nei termini previsti e le relazioni della Corte dei Conti sulle gestioni annuali sono state ben più benevole rispetto al passato, evidenziando, di fatto, esclusivamente lo scarso utilizzo di fondi presenti nella parte in conto capitale del bilancio dell’Ente. Si tratta di un avanzo di amministrazione elevato in relazione all’entità del nostro strumento di programmazione economico-finanziario, ma non molto diverso da quello di altri Parchi Nazionali. Un grave inadempimento amministrativo è stato dunque colmato”.

“Il Parco è una presenza istituzionale preziosa per tutto il territorio pontino e la possibilità di superare lo stallo organizzativo supera la capacità e la pur buona volontà della struttura amministrativa – dice ancora Giuseppe Marzano – ribadendo che “lo stesso Consiglio è limitato dall’assenza dell’unica figura dirigenziale dell’Ente”.

“Mi sento di affermare conclude – che tutto ciò che poteva e doveva essere fatto è stato realizzato. Pertanto nessuna responsabilità, lentezza o negligenza potrebbe essere attribuita al Consiglio, ora. Sottolineo, infine, sottolinea che l’attesa nella nomina della figura del Direttore potrebbe esporre l’Ente, nel caso in cui il procedimento restasse bloccato o venisse caducato, alla richiesta di risarcimento danni, per lesione degli interessi patrimoniali pretensivi dei partecipanti”.


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