Molto bella e significativa la regia di Mario Martone de “Il barbiere di Siviglia” di G.Rossini, in diretta dal teatro dell’Opera di Roma, vivificato cioè “riempito” dalla geniale soluzione del regista che di necessità ha saputo fare gran virtù utilizzandone  la platea e alcuni palchi come elementi di scena non escluse le maestranze (nel finale). Maestro concertatore Daniele Gatti che ha ricavato dalla partitura il meglio e il particolare. L’ ”opera buffa”, libretto di C. Sterbini da Baumaurchais (1775), titolo originale “Almaviva o sia l’inutile precauzione”(termine ricorrente nell’opera). fu rappresentata in occasione della inaugurazione del teatro Argentina di Roma (1816).   Rossini era molto considerato dal Leopardi, ammirato del suo straordinario talento musicale ne parla/scrive in più luoghi dello Zibaldone: “Ho sentito tutte e due le Opere: quella d’Argentina e quella di Valle. La prima è del maestro Caraffa, quasi tutta rubata a Rossini, ma così male, che non reca il piacere né dell’originalità né dell’imitazione; e se il Caraffa vi si disprezza, Rossini non vi si può godere […] Quanto all’ Opera di Valle, ch’è buffa, tenete per certissimo che il nostro Turco in Italia, non solamente per la musica, ma per ciascun cantante, a uno per uno, e tutti insieme, fu  migliore senza nessunissimo paragone.”(Lettera a Carlo Leopardi, Roma 6 del 1823)…..Mi congratulo con te dell’impressioni e delle lagrime che t’hanno cagionato la musica di Rossini, ma tu hai torto di credere che  noi non tocchi niente di simile. Abbiamo in Argentina La donna del lago, la qual musica eseguita da voci sorprendenti è una cosa stupenda, e potrei pianger ancor io se il dono delle lagrime non mi  fosse stato sospeso….Bensì è intollerabile e mortale la lunghezza dello spettacolo. Che dura sei ore,e qui non s’usa uscire dal palco proprio. Pare che questi fottuti Romani che si son fatti palazzi e strade e chiese e piazze sulla misure delle abitazioni de’ giganti, vogliano farsi anche i divertimenti a proporzione, cioè giganteschi, quasi che la natura umana, per coglionesca che sia, possa reggere e sia capace di maggior divertimento che fino a un certo segno”. (Roma 5 febbraio 1823). Mario Martone ha proposto una versione-lezione aggiornata nel senso calviniano o leopardiano circa il modo, l’obbligo e l’opportunità di ri-leggere e aggiornare  i classici cioè rigorosamente critico visto che la perenne attualità di essi non autorizza improbabili dissacrazioni, strumentalizzazioni o profanazioni di sorta. Ciò che, purtroppo, accade spesso anche nel teatro d’opera dove capita di vedere delle vere  e proprie aberrazioni che sconciamo gli originali. Leopardi polemizzava con i Classicisti dell’epoca, condiviso dalla nobile e colta baronessa d’Holstein M.me De Stael, i quali si limitavano a “copiare” cioè ricalcare pedissequamente i classici anziché leggerli criticamente se non filologicamente, snaturandone la loro assoluta modernità e attualità, quindi, fraintendendoli e impoverendoli. Italo Calvino gli ha fatto onorevolmente eco, di entrambi ne abbiamo fatto e facciamo doverosamente propria la lezione. L’edizione dell’opera rossiniana può ritenersi “da Covid” nel senso che ha stimolato Martone a servirsene come un impensabile “servo di scena”(!):  quando si ripresenta il conte d’Almaviva già dato fintamente per malato, salutato con suo stupore come tale, subdolamente i personaggi mettono tutti la mascherina ! A parte questo espediente se si vuole oggi scontato -il classico colpo di teatro- l’attualizzazione ambientale e d’epoca sono perfettamente congruenti al clima, all’umore e umorismo raffinati dell’opera restituendone il regista in assoluto lo spirito, la calibrata armonia nonché giocosa tessitura. “Personificando”, peraltro, la platea cioè ri-popolandola con gli attori-cantanti personaggi che vi si muovono tranquillamente  come fosse la loro “casa”, con sapiente disinvoltura e amabilità: la governante (Berta) spazza con domestica cura tra lo spazio intermedio dei due settori delle poltrone raccogliendo la risulta, la novella sposa finalmente liberata dal vecchio don Bartolo viene vestita a vista ponendo le robe sulle poltrone; lo stesso Don Bartolo sulla sedia a rotelle, di punto in bianco, ce lo ritroviamo anche lui in platea. Sappiamo bene che questo è un vecchio trucco o espediente del teatro –teatro nel teatro- ma nell’attuale, a dir poco  particolare situazione l’impiego che ne è stato fatto oltrepassa la regola o convenzione poiché funzionale a uno scopo ben preciso: azzerare lo scuorante  vuoto da pubblico non poche volte fugacemente e tristemente ripreso nelle  riprese televisive. Cosicché uno dei palchi era il balcone di Rosina tenuta in ostaggio dal vecchio Bartolo che la pretende in sposa, una scala viene sistemata a ridosso dello stesso per il furtivo accesso notturno dell’innamorato; un’uscita laterale (con scalette) ora è l’ingresso di casa ora per raggiungere la stanza di lei. Finalmente abbiamo visto un bellissimo spettacolo senza rimpiangere più di tanto quello dal vivo, per di più col piacere di sentirsi coinvolti come ospiti in quella “casa”, con i padroni della stessa vestiti come noi benché perfettamente in tono e sintonia con l’epoca. Praticamente, Martone ha avuto il merito di colmare il “forno”(in gergo la platea vuota, a tratti inquadrata nelle riprese televisive solo a confermare la tristezza del momento presente) restituendoci il piacere di una platea magicamente ri-animata. Congruenti i flash di spezzoni in bianco e nero (Istituto Luce) di alcune prime al Costanzi anni Cinquanta (la Callas, Tebaldi, Lollobrigida, politici, altri). Daniele Gatti ha diretto da par suo la bellissima partitura doppiamente impegnato sia frontalmente con l’orchestra e i cantanti in palcoscenico sia contorcendosi quando essi agivano in platea. Allestimento esemplare, una bella lezione di stile e di  “aggiornamento” a tutte quelle neo o pseudo avanguardie che si affannano ad escogitare diaboliche fantasmagorie a nocumento o stravolgimento degli originali anziché comprovarne intelligentemente  e criticamente  la inesauribile modernità e attualità.  (gimaul)  


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