LATINA- Firmato il patto per il controllo di vicinato dal prefetto, Maria Rosa Trio e dal sindaco di Latina, Damiano Coletta,presenti tutti i rappresentanti delle forze dell’ordine. “Il contrario delle ronde, ha spiegato il primo cittadino.Si tratta di un’osservazione passiva e della raccolta di informazioni utili a rendere più sicuri i quartieri”.
“Mi auguro di poterlo firmare – ha detto il prefetto – anche con altri sindaci. Oggi è esattamente un anno che mi sono insediata e sono contenta di aver raggiunto anche questo risultato”.
“Abbiamo allegato un vademecum diretto ai cittadini – ha sottolineato Maria Rosa Trio – per la comprensione dell’attività e soprattutto dei suoi limiti. Non si deve assolutamente confondere con le ronde. Ci sarà un coordinatore di quartiere che avrà un filo diretto con il responsabile del progetto. Se non ci dovesse essere tempo per chiamare il coordinatore e avvisare allora l’unica cosa da fare sarà sempre quella di utilizzare i numeri delle forze dell’ordine”.
“Si tratta,ha spiegato il sindaco, di una organizzazione, di una cultura della partecipazione attraverso conoscenza proprio quartiere e del proprio stabile, rafforzando anche lo spirito di comunità con l’aiuto di chi ha la competenza necessaria”.
Il progetto pilota partirà da Latina Scalo e il responsabile è il vice sindaco Paola Briganti. “In Italia – ha detto Briganti – l’idea riguarda diverse decine di Comuni, ma solo alcuni sono supportati dalla prefettura che dà concretezza al percorso”.
A Latina scalo c’era già una sorta di autonoma organizzazione, in un territorio molto vasto e difficile da tenere tutto sotto controllo. Venerdì 23novembre, nella parrocchia di San Giuseppe, il progetto sarà presentato alla cittadinanza. Responsabile sarà la polizia municipale, ma l’obiettivo è quello di costruire percorsi anche con altre forze dell’ordine.
“Il gruppo non si sostituisce alle forze di polizia. Non interviene attivamente in caso di reato. Non fa indagini sugli individui. Non scheda le persone. Non si intromette nella sfera privata altrui”.
“Non è previsto – ha voluto essere chiaro il prefetto – alcun pattugliamento del territorio. L’osservazione deve essere passiva e non vanno posti in essere atti che possano mettere in pericolo la propria incolumità, né quella delle altre persone”.
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