ARDEA – Si chiamava Naomi Cabral – all’anagrafe Daniel Alejandro – la transessuale 47enne di origine argentina trovata priva di vita in una camera d’albergo ad Ardea. Nonostante non fossero presenti segni di violenza, la posizione in cui era stato ritrovato il suo corpo nudo e senza vita aveva fatto sospettare i soccorritori intervenuti sul posto che si trattasse di omicidio.
Dopo l’autopsia disposta sulla salma dall’autorità giudiziaria, come riporta RomaToday, la 47enne sarebbe stata soffocata a mani nude durante un rapporto sessuale. A finire in manette con l’accusa di omicidio un 35enne romano, il quale sarebbe l’ultima persona ad averla incontrata prima del rinvenimento del cadavere, scoperto da una sua amica.
Fin dal primo momento, i soccorritori recatisi nella stanza d’albergo nella quale è stato rinvenuto il corpo privo di vita della transessuale avevano iniziato a nutrire il sospetto che la morte non fosse avvenuta per cause naturali, nonostante non fossero presenti evidenti segni di violenza o tracce ematiche.
Gli investigatori dell’Arma – diretti dalla Procura di Velletri – si sono così messi a lavoro per tentare di risalire ai clienti della donna, la quale era solita incontrarli nella stata utilizzata per la sua attività di meretricio: ad indirizzare i Carabinieri verso il 35enne romano, cliente della transgender residente ad Ardea, gli ultimi contatti telefonici della Cabral, avvalorati dalle immagini di video-sorveglianza della zona che lo immortalavano mentre entrava nella suddetta camera dell’albergo.
Convalidato l’arresto, il 35enne è stato portato nel carcere di Velletri.
News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.
