PRIVERNO – Non si sono esauriti con la ricostruzione della dinamica i riscontri avviati dalla Polizia Stradale per fare luce sul drammatico incidente consumato domenica scorsa al chilometro 5,6 della statale 699. Perché sin dai primi accertamenti, gli agenti della Polstrada del Distaccamento di Terracina si sono ritrovati alle prese con una serie di zone d’ombra. A partire dal fatto che le tracce e i detriti rimasti sull’asfalto in prossimità dello svincolo di Frasso rivelavano il coinvolgimento di un numero maggiore di moto nella carambola costata la vita ai tre centauri, rispetto a quelle effettivamente trovate al loro arrivo dagli agenti del sostituto commissario Giuliano Trillò: le testimonianze raccolte in questi giorni non solo hanno permesso di verificare la fondatezza dei sospetti iniziali, ma anche di trovare e sequestrare una sesta moto che quel giorno era stata portata via in fretta e furia.

I rilievi hanno prospettato una dinamica piuttosto chiara. Ovvero che il 38enne Francesco Scacchetti, rientrando a Priverno dopo un giro in moto in compagnia di un gruppo di amici appassionati delle due ruote come lui, era lanciato in un folle sorpasso a velocità esagerata e avrebbe invaso l’altra corsia di marcia proprio mentre sopraggiungeva, con direzione opposta, la moto con Daniele Narducci e Luciana Piccirilli, 64 e 54 anni, che si stavano recando a Terracina. Dopo lo spaventoso scontro frontale costato la vita a tutti e tre, la Bmw S1000RR di Scacchetti è volata verso il ciglio opposto senza trovare altri ostacoli, mentre la Honda della coppia, scaraventata vero l’altro lato della strada, aveva centrato altre moto dello stesso gruppo di Scacchetti. Tre di queste erano volate sull’asfalto, provocando gravi ferite ai rispettivi conducenti che avevano richiesto i soccorsi, mentre una quarta moto della stessa comitiva era rimasta danneggiata, perdendo una lunga scia di olio, ma il conducente era riuscito a evitare la caduta e si era fermato a qualche centinaio di metri dal luogo della tragedia.


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