Esseresseri

Ersilia Sarrecchia festeggia i suoi vent’anni di carriera con due appuntamenti a Latina

Ersilia Sarrecchia torna a Latina. L’artista pontina torna a casa con una mostra antologica e celebrativa. Ersilia espone i suoi capolavori in due imperdibili appuntamenti. Più di cento opere divise in due sedi: il Museo Contemporaneo MADXI diretto da Fabio D’Achille e la Galleria Lydia Palumbo Scalzi dell’omonima gallerista.
Due inaugurazioni: domenica 20 giugno alle 18,30 nella prima location e sabato 26 giugno alle 17,30 nella seconda, alla presenza, insieme all’artista e ai curatori, degli storici dell’arte Vincenzo Scozzarella e Francesca Piovan e del Sindaco di Bassiano Domenico Guidi, i quali interverranno durante l’apertura ufficiale al MADXI.

Opere libere e selvagge, il lavoro di Ersilia Sarrecchia

Ersilia Sarrecchia, nasce a Latina nel 1974, vive e lavora tra Modena e Latina. Diplomata con lode in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma nel 2000, decide di indagare il mondo animale attraverso pennellate libere leggere e luminose.
Due appuntamenti per poter fruire di opere di grande, piccolo e medio formato e diverse tecniche pittoriche che si avvicendano per raccontare vent’anni di arte in cui sono occorsi mutamenti ed evoluzioni stilistiche.
Ersilia Sarrecchia indaga il mondo circostante attraverso il tema del bestiario, icona di un personale modo di sentire e di rapportarsi alla realtà con il cuore e la mente, attraverso quel mezzo universale che è il pennello.
L’idea di Ersilia Sarrecchia, Esseresseri 2001-2021: la mostra personale che celebra 20 anni di carriera
E’ la stessa artista a spiegarci come nasce l’idea di questa mostra: “Il 20 gennaio del 2001 inaugurava presso la Galleria Lydia Palumbo Scalzi la mia personale Esseresseri a cura di Andrea Bellini.
In esposizione una raccolta di opere di matrice pop dedicate al mondo degli animali. L’evento nacque grazie al prezioso contributo di Fabio D’Achille, che in visita ad una precedente mostra presso le sale comunali del Comune di Bassiano, apprezzò il mio lavoro e lo propose alla nota gallerista pontina.
In occasione del ventennale dalla presentazione di quel primo progetto pittorico, che segna la nascita della mia carriera artistica, abbiamo pensato ad un evento espositivo che ripropone alcune opere datate insieme ad opere più recenti della serie Wild.”
Mettere a confronto le opere di due progetti così lontani nel tempo, seppur uniti dalla tematica comune del bestiario è un’operazione interessante per assistere ad imprescindibili mutazioni stilistiche.
Una mostra dedicata a chi ha sostenuto l’artista quando era agli esordi. Infatti, la mostra è un ringraziamento ai maestri Paolo Vittori e Carmine Cerbone, al Sindaco di Bassiano Domenico Guidi che generosamente aprì le porte del Municipio per ospitare le mostre di una ragazzina sognante appena uscita dal liceo, agli storici dell’arte Francesca Piovan e Vincenzo Scozzarella che negli anni hanno seguito, analizzato e recensito le opere e a Lydia Palumbo Scalzi e Fabio D’Achille che hanno creduto nel lavoro dell’artista.

La critica elogia l’evoluzione dell’artista di Latina

Selvaggio come pensiero libero che fluttua da un colore all’altro, come camminare tra un bianco/nero prima che diventi luce; selvaggio come materia incontaminata percorsa dall’idea in divenire, come latente giovinezza in un mondo antico, come bellezza maturata al sole. Libero come selvatica danza arcaica […] Primitivo come storia muta narrata per immagini, come comunicazione errante, come vagabonda ricerca, come intima confessione, come poesia mai dimenticata e carnevale di colori” scrive la storica dell’arte Francesca Piovan in merito allo stile pittorico di Ersilia Sarecchia, stile che definisce selvaggio, libero e primitivo.
Dalla pop-art pop art ad uno stile più onirico, di questo ci parla la critica d’arte Francesca Baboni “Nei dipinti di Ersilia Sarrecchia avviene un’apparente riconciliazione tra mondo animale e mondo vegetale, come se l’uno e l’altro fossero immersi all’interno di un ipotetico Paradiso terrestre perduto, incontaminato da ogni sentimento negativo tipicamente umano. […] Come rimembranze che affiorano da un’età infantile, brani di ricordi di una edulcorata convivenza uomo-natura, i soggetti del suo particolare bestiario, cervi, lupi, avvoltoi, non sono mai ritratti in atteggiamento di attacco o di difesa, ma sempre in atteggiamento quasi umano e benevolo, mentre si rivolgono allo spettatore in attesa di una possibile rinascita”.
Invece, lo storico dell’arte Vincenzo Scozzarella afferma “La ricerca artistica di Ersilia Sarrecchia può apparire, in prima istanza, riconducibile ad esperienze Pop Art di matrice statunitense (ed in parte italiana). Il linguaggio, l’intenso cromatismo, la serialità dei modelli da lei scelti – quasi sempre, rane, tori, elefanti, giraffe – potrebbe indurre l’osservatore ad interpretare il suo racconto in termini “popolari”, in cui immagini ed oggetti vengono manipolati e ripresentati in vario modo, caricandosi di una nuova espressività.
Osservando con maggiore attenzione, però, ti accorgi che la reiterazione del soggetto è solo un’apparenza seriale, perché ogni singola creazione possiede una propria esplicita personalità, in carattere ben definito, oserei dire una Storia, che l’artista costantemente rinnova e porge a noi proprio grazie alla ripetizione […]”

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