APRILIA – Zaccheo: «Ad Aprilia ho incontrato i vertici dell’Arma per portare la mia solidarietà nella Caserma intitolata a mio padre Luigi. Dal sindaco Terra l’impegno a migliorare la struttura». Ieri mattina alle ore 10, insieme al fratello Carlo Alberto, l’ex sindaco di Latina, Vincenzo Zaccheo, si è recato ad Aprilia a portare la mia solidarietà e a testimoniare la mia vicinanza agli uomini dell’arma dei Carabinieri dopo le inquietanti minacce ricevute da chi in servizio sulle strade di Aprilia ha semplicemente svolto con impeccabile senso del dovere il suo compito di tutore dell’ordine pubblico a difesa dei cittadini e della legalità.

«Presso la Caserma di Aprilia – spiega l’ex sindaco di Latina -, intitolata a mio padre Luigi Zaccheo, ho prima incontrato il Luogotenente Michele Piccione Comandante della Stazione di Aprilia e poi il Tenente Colonnello Riccardo Barbera, Comandante del reparto territoriale dei Carabinieri.

Un incontro che mi ha fatto sentire a casa mia, perché negli anni della mia infanzia con mio padre sono cresciuto proprio dentro le caserme dei carabinieri sentendomi legato da un vincolo indissolubile con l’Arma dei Carabinieri. Un legame ancor più forte con Aprilia, perché quella Caserma porta il nome di mio padre Luigi con una motivazione che rappresentata la cultura di un uomo che ha indossato la divisa per servire la patria e i valori dell’Arma.

Abbiamo, dunque, ricordato l’inaugurazione del 2008 avvenuta durante il raduno nazionale dei Carabinieri quando il presidente nazionale dell’associazione dell’arma dei carabinieri ha voluto ricordare una figura esemplare della nostra comunità come mio padre.

Ma soprattutto ho condannato fermamente quanto avvenuto per le strade della città e le gravi minacce ricevute da uno degli  uomini in servizio, portando tuta la solidarietà mia e della mia famiglia agli uomini in divisa.

Infine ho rivolto un invito prontamente raccolto dal sindaco di Aprilia, Antonio Terra, di aiutare quella Caserma anche a migliorare le condizioni strutturali, non ultimo la recinzione che non è affatto consona per luogo dove ogni giorno lavorano persone che dedicano la propria vita alla difesa dei cittadini e dell’ordine pubblico sulle strade e nei quartieri di quella città».


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