«Adeguare i salari è un’esigenza per far fronte alla perdita di potere di acquisto delle retribuzioni e per rimettere in moto i consumi e la crescita economica». È quanto dichiarato dal segretario territoriale del sindacato Cnal, Marco Marini. «In tale ottica, il salario minimo garantito a 9 euro per ora è una misura necessaria ed urgente. Il suo costo non dovrà però gravare sulle piccole e medie imprese ma ottenuto con la riduzione di 12 punti del cuneo fiscale. La riforma che introduce il “salario minimo” non può camminare da sola, ma va accompagnata dalla modifica della contrattazione e della rappresentatività.

Noi sosteniamo che bisogna superare la giungla contrattuale: oggi sono 933 i Ccnl vigenti. È un numero insostenibile. Noi siamo per un contratto nazionale “cornice” e per il rafforzamento della contrattazione di secondo livello, per premiare la produttività e le competenze dei lavoratori. Questo va a sua volta accompagnato – ha concluso il segretario territoriale della Cnal – dall’attuazione della “partecipazione” prevista dall’articolo 46 della Costituzione. Bisogna porre fine al potere politico delle confederazioni e potenziare il sindacato dei lavoratori che è quello che lavora nelle aziende e non nei “palazzi” del potere».


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