“Caro amico In un angolo nascosto della mia mente io so che l’onda del sentimento travolge come una piena il pacato mare della memoria,ma danzare al suono di un’evanescente melodia è bello e porta dentro un non so che di dolce,che lenisce le rughe della vita. E così affiorano cullate dolcemente dalla memoria mattine d’inverno che ci hanno visto infreddoliti ed assonnati in attesa del treno per Roma,occhi immersi sui libri,prestiti di appunti,, eccole le dispense di Paratore, le corse affannose per sentire le sue lezioni, e le paure(quella maledetta Geografia!). Tutto è legato da qualche risata liberatoria,qualche piccola confidenza,qualche domanda,qualche curiosità…Ora l’argento è sceso sui miei e sui tuoi capelli e per un dono straordinario la Natura ha riannodato le fila per farci sentire l’eco delle risate giovanili,per permetterci forse di colmare quei silenzi che il dovere allora ci imponeva. Così quell’amicizia fatta di incontri casuali, di libri prestati, è diventata un ponte d’argento: su di esso due vite s’incontrano e si stringono la mano” (Liliana Di Natale, Ricordi di gioventù,1991-92, quando arrivai al liceo). All’origine, era uno di quei “cartigli” o biglietti che Liliana soleva regalare-dedicare ai suoi amici (da me conservati gelosamente), oggi, suona come un poetico epicedio che richiama certi frammenti di Saffo. Rigoroso, commovente nella sua essenziale semplicità il rito funebre da lei così voluto, all’insegna di una sentita, foscoliana “corrispondenza d’amorosi sensi “. (gmaul)


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