Sindaco, Damiano Coletta

LATINA – Coletta e la “moglie di Cesare”, l’intervento di Giuseppe Di Sangiuliano dell’Udc. «Un tempo non troppo lontano c’era un medico stimato che combatteva i politicanti in nome della trasparenza e della legalità. Era il tempo in cui quel medico “vendeva” a tutti il suo civismo come unico antidoto allo squallore dei partiti che nominavano nelle società partecipate i “primi dei non eletti” pescati tra le liste che avevano sostenuto il Sindaco in carica, che “non potevano non sapere” i vizi e i torti dei politicanti con cui condividevano percorsi politici, che ingannavano gli elettori con  i proclami durante la  campagna elettorale , che sguazzavano nel torbido  della trattativa diretta per stipulare contratti , che disprezzava le nomine politiche e soprattutto riteneva che “la moglie di Cesare deve non solo essere onesta, ma anche  sembrare”.

Quelli erano i tempi in cui i cittadini , me compreso, più che scegliere Lui hanno deciso di mandare a casa gli altri con il loro voto aiutati dal grande lavoro svolto dalle forze dell’ordine e  non come meschinamente continua a voler vendere la “compagine colettiana”. E’ in quel tempo che lo stimato medico annuncia la sua rivoluzione con il sogno del “Libro Bianco” da scrivere. Un libro rimasto tale (bianco)  e soprattutto orfano d’autore in quanto lo stimato medico nel frattempo diventa Sindaco, politico, aspirante uomo di partito e soprattutto un politicante.       

Il tempo ci ha spiegato che era civico solo perchè i partiti di riferimento non lo vollero come candidato a Sindaco e una volta eletto ha iniziato a corteggiare  la “compagna” Boldrini e il segretario Zingaretti con l’unica coerenza di sempre: si vergognava allora e si vergogna ancora oggi di manifestare la sua fede comunista perché il “civismo senza fede politica” , soprattutto a Latina , è più conveniente in campagna elettorale.

Il tempo ci ha spiegato che lo squallore con cui avvenivano le nomine nelle società partecipate e nel gruppo dei collaboratori dell’amministrazione apparteneva agli altri ma solo perché Lui non poteva: ora che è Lui il Sindaco nessun squallore o mancata trasparenza e quindi dopo il primo Presidente di ABC scelto tra i “fenomeni romani “ come Demetrio De Stefano già cda della società che ha lasciato un buco di 16milioni di euro e 23.000 casi di colera in Senegal ai tempi di Veltroni, procede a nominare in ABC  (Gustavo Giorgi) e ad assumere come Art.90 ( Giorgia Ortu La Barbera) candidati non eletti che lo avevano sostenuto in campagna elettorale.

Il tempo ci ha spiegato che il principio della legalità e della impeccabile trasparenza delle figure  politiche-istituzionali  valeva solo quando governavano gli altri. Ora quel medico è Sindaco e se il suo Assessore al Commercio (Simona Lepori)   viene accusata da un sindacato di presunto sfruttamento del personale Lui non dice nulla anzi va tutto bene senza nessun imbarazzo come quando si scoprì che il marito del Suo Assessore al Welfare (Patrizia Ciccarelli) aveva rapporti di lavoro con personaggi condannati poi in “Mafia Capitale”.

Il tempo ci ha spiegato che per Coletta andavano archiviati per sempre i politicanti locali perché capaci solo di ingannare i cittadini con proclami elettorali solo perché non aveva ancora l’ occasione di vendere i suoi di proclami . Poi arriva il suo turno e  annuncia che da Sindaco uscirà da Acqualatina ma come gli tutti gli altri politicanti una volta eletto rinnega il tutto.

Il tempo ci ha spiegato che il principio della trasparenza degli atti amministrativi e il valore dei soldi dei cittadini da non sperperare valeva solo perché non ne aveva Lui stesso occasione. Spiegherà Coletta ai cittadini perché non ha fatto un bando per assegnare i fondi per le feste di Natale spendendo con trattativa diretta circa 120.000 euro , di cui 25.000 euro dal fondo della cultura per la gioia del Suo Assessore (Gianmarco Proietti) , spiegando poi la necessità di tale spesa in piena pandemia e con un Lockdown già annunciato  che ha reso insignificante e fuori luogo questa imponente spesa per le luminarie dal sapore tutto elettorale. Altro che trasparenza e rispetto del dramma che viviamo e del tanto sostegno alle attività commerciali sbandierato nella determinazione. 

Il tempo ci ha spiegato che il principio sbandierato dalla “compagine colettiana” del meglio soli da civici che male accompagnati vale solo se hai un  medico stimato per candidato che nessuno vuole sostenere. Ma quando poi quel medico stimato ormai  Sindaco  cerca la rielezione va bene farsi appoggiare politicamente da chiunque perché la poltrona è poltrona. Insieme alla Sua giovane consigliera comunale, M.Grazia Ciolfi, si fa consacrare candidato a Sindaco dal Sen. Emanuele Dessì , del Movimento 5Stelle, noto amico del delinquente Spada della famiglia dei Casamonica e tutta la linea “ radical chic manettara “svanisce in un attimo come dire intanto prendiamoci l’appoggio dei 5Stelle tramite Dessì e ai cittadini dopo qualche cosa diremo o scriveremo su quel famoso libro ancora bianco.

Un libro in cerca di autori visto che molti tra i fondatori di Latina Bene Comune hanno abbandonato il progetto capendo che l’unico bene comune del Sindaco era e resta la sua poltrona e speriamo che ora lo comprendano anche i cittadini. D’altronde il principio che anche la moglie di Cesare deve sembrare onesta vale per tutti i politici e quindi assolviamo Coletta visto che lui è solo un medico stimato prestato al ruolo di politicante».


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