NETTUNO – Danilo è un ragazzo disabile riconosciuto a causa del suo ritardo e dei problemi alla vista. Una vita in salita ma che ha sempre affrontato con fierezza e determinazione. Nel 2009 consegue il diploma di scuola superiore all’istituto tecnico industriale “Luigi Trafelli” di Nettuto.
Un traguardo importante seguito però da tante delusioni quando ha iniziato a cercare lavoro. Colloqui, corsi di formazione, tirocini. Passano sette anni, Danilo combatte senza interruzione contro le fortissime barriere… mentali, ma nessuno crede nelle sue potenzialità e decide di assumerlo, di investire su di lui.
In Italia il diritto del lavoro dei disabili è riconosciuto dalla legge 68/99, ma di fatto sembra impossibile applicare la normativa.
“Dopo aver fatto diverse domande, aver frequentato corsi di formazione e tirocini specifici, aver aderito al progetto Garanzia Giovani – racconta Danilo – sto ancora cercando la mia prima occupazione, nonostante ci siano delle agevolazioni particolari in base alla legge 68/99 sul collocamento obbligatorio che tutela le persone che vivono nella mia stessa condizione di disabilità. Ma nessuno sembra accorgersi di me. Non so più cosa fare. Sono stanco, deluso, amareggiato. Ma non mi voglio arrendermi”.
Danilo Massimi è sempre più incredulo; ma dentro di sé ogni giorno cresce la voglia di vedere rispettati i suoi diritti
“Porterò avanti la mia lotta finché queste barriere non verranno abbattute del tutto, non ho intenzione di arrendermi al sistema perché tanto sono solo; non mi arrendo, perché voglio che nessuno si trovi più a subire inutili pregiudizi e umiliazioni che ledono la dignità personale, voglio continuare a combattere”.
L’appello che Danilo Massimi ha voluto lanciare raccontando la sua storia, purtroppo molto simile a quella di tante persone disabili, è quello di continuare a lottare per abbattere i pregiudizi di una società che si definisce “civile” ma che per molti non lo è.
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