‘Don’Touch’, 14 anni per Cha cha, 5 per Tuma e la confisca di tutti i beni sequestrati: arrivano le richieste dei Pm nel processo

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LATINA – ‘Un’associazione a delinquere, un’organizzazione militare molto radicata e solida, dedita ad estorsioni, intestazioni fittizia di beni, possesso di armi’. Così hanno definito, nelle loro quasi tre ore di requisitoria i pm Luigia Spinelli e Claudio Lazzaro, il gruppo di imputati coinvolti nell’inchiesta ‘Don’t Touch’ e finiti sotto processo.
Sono arrivate richieste per 11 condanne e complessivi 72 anni di carcere e una di assoluzione per insufficienza di prove per Fabrizio Marchetto.
Ai giudici del Tribunale di Latina presieduto da Pierfrancesco De Angelis i pm hanno chiesto anche una multa complessiva di 114 mila euro per gli imputati e la confisca di tutti i beni sequestrati durante le indagini. Per Constantino Di Silvio, detto Cha Cha, considerato al vertice dell’organizzazione la richiesta più pesante: 14 anni di carcere e 15mila euro di multa. Cinque anni anni invece la richiesta per Gianluca Tuma.
Dunque, secondo i due pubblici ministeri, gli imputati coinvolti nell’inchiesta Don’t touch avrebbero dato vita a una pericolosa associazione per delinquere. Capo del sodalizio criminale sarebbe quindi, sempre secondo le indagini e la pubblica accusa, Costantino Di Silvio, detto Cha Cha. Un sodalizio che, secondo la tesi accusatoria presentata in aula, avrebbe avuto come elementi di forza Riccardo Pasini e Carlo Ninnolino, investigatore della Mobile, già condannato in primo grado, ritenuto la “talpa”.
Gianluca Tuma, invece, secondo la pubblica accusa, pur evitando contatti con gli altri, avrebbe ugualmente fatto parte dell’organizzazione criminale, tanto che il Riesame lo ha definito “la mente”. La prossima settimana la parola alle difese che cercheranno di smontare le tesi dei due pubblici ministeri: poi sarà la volta della sentenza di primo grado.


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