Osservando con un certo distacco la campagna elettorale a Latina noto, con dispiacere, indicare spesso dai candidati identiche proposte, alcune sono ovvie e condivisibili. Altre sono frutto di diversi punti di vista sul piano sociale ed economico ma – a mio avviso – mancano progetti e disegni davvero innovativi, di alto livello, per effettuare un significativo salto di qualità in città.Nel pieno rispetto delle posizioni di chi aspira democraticamente a diventare sindaco, consigliere o assessore va messo in risalto un eccessivo individualismo, sentendosi poco motivati e stimolati a un lavoro di gruppo, a formare un team ben assortito. Osservare, meditare, guardare indietro e proiettarsi in avanti, questo è un motto che vale per tutti coloro che dovrebbero possedere la forza necessaria per dare sempre di più e servire meglio. Chi siamo? Dove siamo? Dove vogliamo arrivare? Come ci arriviamo? La domanda dovrebbe porsela chi si appresta a governare, con operatività spiccata ed adeguata ai bisogni attuali e chiara responsabilità. Puntare su obiettivi precisi, di qualità, pensare in grande è indispensabile nel capoluogo pontino ma osservo troppo distacco dalla gente verso la città stessa e il mondo politico. Staremo a vedere. Intanto, una domanda è d’obbligo: in quanti andranno a votare il 14 e 15 maggio? Quanto peserà l’astensionismo dilagante?
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