“Franco Battiato – La voce del padrone”,’ una stranizza d’amuri sul grande cantante dal 28 novembre al 4 dicembre al Cinema

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Titolo:  Franco Battiato – La voce del padrone

Regia: Marco Spagnoli

Sceneggiatura e adattamento: Marco Spagnoli e Stefano Senardi

Musiche: Paolo Buonvino

Durata: 90 min

Produzione Paese: Italia, 2022

Con la partecipazione: Alice, Riccardo Bertoncelli, Massimo Bonelli, Padre Guidalberto Bormolini, Paolo Buonvino, Giada Casagrande, Juri Camisasca, Caterina Caselli, Francesco Cattini, Francesca Chiappetta, Grazia Coccia, Carmen Consoli, Willem Dafoe, Filippo Destrieri, Eugenio Finardi, Corrado Fortuna,  Susan Lovegove Graziano, Carlo Guaitoli, Mara Maionchi, Roberto Masotti, Francesco Messina, Vincenzo Mollica, Nanni Moretti, Morgan, Claudio Pascoli, Giacomo Pellicciotti, Pino Pischeto la Pinaxa, Alberto Radius, Andrea Scanzi, Donato Scolese, Bruno Tibaldi, Oliviero Toscani.

Oggi, al Cinema Barberini di Roma si è tenuta la Conferenza stampa del film documentario Franco Battiato – La voce del padrone con il regista Marco Spagnoli, il cantautore Morgan e il produttore discografico Stefano Senardi.

Franco Battiato – La voce del padrone è un film documentario che incanta, che fa venire ‘na scossa ‘ndo cori e che, grazie al novello “Virgilio” Stefano Senardi, uno dei più grandi discografici italiani, fa rivivere il cantante etneo attraverso coloro che lo hanno conosciuto, sia per motivi professionali che per amicizia, in senso stretto e profondo.

Franco Battiato è stato un uomo sui generis, aconfessionale e apartitico, un laico spirituale alla ricerca di se stesso in senso socratico, libero in tutti i sensi, in quanto ha cercato di soddisfare i propri bisogni e le proprie necessità naturali contrariamente  – lo sosteneva il filosofo greco Antifonte del V secolo a. C.al nomos (la legge dell’uomo) che impedisce di realizzarli pienamente, precludendo in questo modo un completo raggiungimento del proprio utile e della propria felicità.

Attraverso il suo primo grande successo musicale “La voce del padrone”, un classico che ha cambiato il modo di fare dischi in Italia, ha inizio questo viaggio musicale di 90 minuti, che è come la ricerca di un centro di gravità permanente che non faccia cambiare idea sulle cose sulla gente. Ma è anche un viaggio fisico, un transito terrestre, …. di tutte le impressioni che abbiamo in questa vita,  ma, inoltre, è un excursus ideale, un capolavoro che percorre la spina dorsale dell’Italia, da Milano a Milo, per raccontare Franco Battiato, la sua filosofia, il suo particolare misticismo, la sua musica, la sua creatività, la sua poetica, e per far percepire come  le vie che portano all’essenza abbiano influenzato la cultura del nostro paese. E tutto questo avviene, superando le correnti gravitazionali, attraverso testimoni d’eccezione (Alice, Carmen Consoli, Caterina Caselli, Willem Dafoe, Morgan, ecc. ecc.) che ci descrivono, analizzano e completano la sua storia e la sua primigenia personalità. Battiato appare così come un essere speciale, che ti viene a cercare e che non ti lascia andare, nel contempo quieto-inquieto, che è il comportamento caratteristico di chi, in Sicilia,  ancora bambino viene ripreso per le sue monellerie dai genitori con l’ossimoro mòviti fermu, un controsenso che ha però un senso, che è quello di non frenare la passione, di non inibire la voglia di fare, di non bloccare la vera natura dell’essere, come il mosto che, pur stando fermu nelle botti, si muove, ribolle a causa della fermentazione in atto producendo ottimo vino. È un racconto, questo documentario infatti, che, tra arte e memoria, tra pittura e cinema, tra il comico e il surreale, tra essere e non essere, cerca non solo di rendere omaggio alla storia del grande musicista-poeta e del suo storico album La Voce del Padrone, pubblicato alla fine degli anni settanta con un grande successo di vendite, ma riesce anche a celebrare l’eredità morale, umana ed estetica di questo genio unico. Dice Morgan: … lo considero forse il musicista – non dico una cosa esagerata –  più importante della seconda metà del novecento. … L’importanza di Franco Battiato è proprio la grandezza che lo ha reso così vasto … . Vedendo lo scorrere del film, ascoltare le storie raccontate, gli aneddoti, cogliere la sua coerenza e il suo pensiero, sentire la sua voce e il suo particolare linguaggio, udire la sua musica, si evince senza ombra di dubbio la peculiare espressività sinestetica e il continuo mescolamento tra fisicità e musica, tra pensiero e musica, tra estro e musica. Tutto fa ricordare il significato platonico della creatività: ogni atto che porta dal non essere all’essere è poiesis, è poesia, è creazione, è rivoluzione. Del resto la Genesi biblica sancisce che Dio creò l’uomo, il quale prima di allora non esisteva. Un creatore dunque fa poiesis, poesia, che è rivoluzione in sé. Battiato ha creato, quindi, un suo genere, che prima di lui non c’era, con un suo stile, con una sua armonia, facendo quindi poesia. Si evince sin dall’inizio del film l’input, la molla, l’impulso originario che ha fatto acquisire a Battiato la capacità che lo ha portato a crescere e ad evolversi, contrariamente alle persone che non hanno la forza per tentare di cambiare il proprio avvenire per paura di scoprire libertà che non vogliono avere. Forse perché la libertà è potere! Una concezione questa che rappresenta l’alfa e l’omega, cioè che fa aprire e chiudere il cerchio della sua esistenza: na mori stranizza d’amuri/l’amuri.

Franco Battiato – La voce del padrone è stato presentato in anteprima mondiale al Taormina Film Fest 2022.

Il regista Spagnoli, giornalista, critico, regista e sceneggiatore, è stato candidato tre volte al David di Donatello, ha vinto un Nastro d’Argento speciale. Ha, tra l’altro, realizzato le docu-fiction per Raiuno Figli del Destino e Questo è un uomo: la prima incentrata sulle leggi razziali con protagonista – tra gli altri – la Senatrice Liliana Segre come autore e co-regista, la seconda dedicata a Primo Levi come collaboratore alla sceneggiatura, autore delle interviste e della ricerca dei materiali. Spagnoli sostiene che Franco Battiato è stato e rimarrà un artista unico da tanti punti di vista che la presenza di Stefano Senardi aiuta ad inquadrare sotto diversi aspetti: umano, artistico, amicale, intimo. Un viaggio fisico e spirituale è quello che fa Senardi e ad accompagnarlo troviamo personalità strepitose dell’entertainment italiano ed internazionale che, per la prima volta, elaborano dinanzi alla macchina da presa una riflessione sul perché e sul come sono stati anche loro protagonisti del lavoro e della vita di Battiato.

Francesco Giuliano


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).