-Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!-
Purgatorio, canto VI, vv. 76 – 78
La celebre invettiva di Dante Alighieri nella Divina Commedia, era un’amara riflessione sulla condizione politica italiana e motivo per deprecare le discordie di cui era preda l’Italia. La conferenza del Senatore Matteo Renzi del tardo pomeriggio del 13 gennaio 2021, mi ha indubitabilmente immerso in questo flashback dantesco. Eppure, di crisi di governo, da oltre 50 anni, ne ho viste, di cotte e di crude. Ha annunciato con baldanza le dimissioni dei suoi ministr* dal Governo Conte bis, dopo aver detto che in Italia Viva esiste la libertà di stare e di andare, di pensare e dire. Ma, intanto, non sono stati i ministr* a dire “do le dimissioni”, ma è stato il “narcisista maligno” a farlo. Lui, ben saldo al cento della scena della conferenza stampa, ha rinverdito i tempi dei Consigli dei Ministri di cui è stato Presidente per anni e delle migliori “Leopolde”, con tutti che pendevano dalle parole con cui ha giustiziato il governo Conte bis.
“Narcisista maligno”, ricordo, è quel disturbo rientrante nelle patologie borderline di personalità. Patologia così definita da Otto Kernberg, psichiatra austriaco. Disturbo molto pericoloso, soprattutto per chi entra in contatto con questi individui. Il soggetto, affetto da un’ipertrofia dell’io, deve sentirsi amato e considerato al di sopra degli altri; si considera lui stesso superiore a tutti coloro che lo circondano (dei quali ha una opinione svalutante e squalificante). Il narcisista maligno è anche definito manipolatore perverso, maestro dell’inganno che riesce a plasmare con la sua arte del raggiro affettivo, le persone che gli stanno accanto con il fine di renderle strumenti a sua disposizione e, qualora non siano rispondenti alle sue aspettative, disfarsene. La descritta patologia è ancora oggi è sottovalutata e sarebbe opportuno ed importante curarla , in quanto pericolosa non solo per l’individuo, ma per l’intera comunità. Rebus sic stantibus, vi è in Italia un leader di partito, sadico e cinico, a cui interessa unicamente catalizzare su di sé la scena politica: si può dedurre che di 80.000 morti per il coronavirus e di quanti vivi rimarranno, sembra il suo ultimo pensiero, ad onta del nome del suo partito, I.V. . Aprire una crisi politica al buio, con la pandemia in acuzie, il Recovery Fund che pende come una spada di Damocle o pensare ad elezioni politiche anticipate è pura follia! Toccherà ad uno stuolo di improvvisati medici ed infermieri, di nome Conte, Zingaretti, Di Maio, Orlando, Fico, per citare i più noti, ma soprattutto al capo staff, al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, trovare le adeguate terapie per curare il “caso” apparentemente incurabile.
Mai come ora sarebbe stata necessaria unità, responsabilità e stabilità politica in Italia. E sono ancor più esterrefatto, cogitando sugli avvenimenti negli Stati Uniti. Ad una settimana dalla proclamazione a Capitol Hill di Joe Biden 46° Presidente, insistente è il tam tam di manifestazioni in tutto il Paese, preannunciate da Trump, a contestazione delle elezioni del 20 gennaio (ed i cui preparativi sono confermati dalla F.B.I.). La Guardia Nazionale, stavolta, è acquartierata sin dentro al tempio della democrazia, assalito da orde di fanatici, il 6 Gennaio, in caso di scontri, sarà bagno di sangue. La democrazia è un fragile fiore, bello e delicato. Poi, in epoche della storia in cui sarebbe meglio non essere nati e vissuti, arrivano dei narcisisti maligni, come Hitler, Mussolini, Trump e il fiore viene reciso. Vi sono poi crisi di governo che iniziano con la leggerezza di una ricreazione e basta un nulla che, da Paese democratico ed europeista, ci si svegli in uno sovranista.
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