Il Coronavirus e le competenze

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Chi attribuisce alla crisi i propri fallimenti e disagi, inibisce il proprio talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi è l’incompetenza.                                                 Albert Einstein

         In questo particolare periodo di cambiamento epocale, a seguito delle profonde trasformazioni ecologiche, politiche ed economiche, sociali e culturali, tecniche e scientifiche e in particolare medico-sanitarie, si avverte ancor di più, e da più parti, quanto sia preziosa l’esigenza di essere competenti come singoli individui e come comunità e di rispettare le competenze non solo professionali ma soprattutto quelle umane fatte di sensibilità e di umanità, che emergono dalla capacità di conquistare sapere ed esperienza specifici in ogni settore della vita personale, professionale e comunitaria

L’attuale preoccupante situazione, caratterizzata dall’emergenza sanitaria, che ha portato a una profonda crisi politica e culturale, economica e finanziaria, ha fatto emergere quanto fondamentali e importanti siano le qualità umane e tecniche e le diverse competenze, messe oggi in primo piano e a dura prova.                                                                                                                La competenza medica, non solo specialistica dei virologi e epidemiologi, di immunologi e infettivologi e di scienziati e ricercatori scientifici ma anche dei medici di base, di infermieri e di personale sanitario, oggi è ampiamente riconosciuta, richiesta e sostenuta. E pensare che fino a poco tempo fa la competenza scientifica e quella tecnica, come abilità e perizia, non venivano prese in sufficiente considerazione e apprezzate, perché sono prevalse persone palesemente incompetenti, con una preparazione abborracciata, senza serie esperienze di studio e di formazione, con curricoli di basso profilo e di scarso peso e spessore scientifico riconosciuto.

Molte persone, in diversi settori della vita sociale, politica, economica e culturale, sono diventate tuttologi pensando di potersi esprimere su tutto, senza possedere competenze specifiche nell’affermare con responsabilità giudizi e provvedimenti idonei alle circostanze da affrontare senza seri studi ed esperienze di qualità collaudate nel tempo.                                                                                                                    Ma oggi non solo agli operatori del settore medico-scientifico si richiedono competenze specialistiche sempre più oculate e raffinate per agire con rigore e con prudenza non soltanto a singoli individui ma a gruppi di esperti che sappiano assumersi incarichi nei lavori di squadra, che abbiano capacità relazionali e di comunicazione e competenze o abilità (skills) trasversali come empatia, autonomia, orientamento e strategia progettuale.                                                                                                  Pertanto occorre essere capaci di “mescolare”, e incrociare saperi  “per aprire la mente” alla consapevolezza dei cambiamenti in atto per comprendere, come ha scritto la virologa Ilaria Capua: « i segnali che questo evento storico sta facendo emergere: modificare il nostro atteggiamento nei confronti della natura e della biodiversità, ponendoci come guardiani anziché invasori».

 

 


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