Due insostenibili esempi di vaniloquio:l’intervento in Aula del ministro (si fa per dire) all’Istruzione Bussetti; l’ultimo intervento di quell’innominabile “mostro” silvestre che appesta un’Italia che non s’è desta…Per caso ho sentito la risposta del Bussetti alla interrogazione parlamentare (PD) circa la sospensione dell’insegnante di Palermo per mancata sorveglianza sul video degli alunni etc., a tutt’oggi non ritirata. A conclusione del suo parlare il nulla, la chiacchiera vana e inconcludente salvo a ribadire il dovere di vigilare bla bla bla, nulla sulla scuola, i docenti etc. Confondendo ambiguamente o per ignoranza il vigilare sull’incolumità degli alunni e pericoli annessi e il “vigilare” sulle opinioni degli stessi,dunque, sul libero pensiero. Un’agguerrita parlamentare ricordava che, non ho capito dove e quando,in una scuola, il dirigente ha chiamato la Digos, entrata in una classe per controllare vattene a pesca che cosa,mi pare si trattasse di olocausto o qualcosa di simile. Siamo ancora al punto dei miei tempi, quando a scuola si contestava agli insegnanti (al sottoscritto) di leggere il Catullo “pornografico” (solo e anche per distinguerlo da quello dei Carmina docta), lo “sboccacciato” Carlo Porta (assente nelle antologie scolastiche se non per un’unica poesia,La preghiera), ovviamente, Pasolini “omosessuale e zozzo” (!). Questa è la nobile scuola “umanistica” di quel che oggi è più un Regno che una Repubblica,ahi noi! Ieri sera il Re dei Re mi ha sbalordito avendo superato se stesso nel contraffare,mistificare e azzerare l’evidenza,perfino la matematica e i conti a tavolino. Peraltro, maleducato,sopraffattore, indecente nei modi,nello sguardo. Per un attimo ho immaginato per lui la sorte toccata al malcapitato ministro delle finanze Prina,nato a Novara nel 1766,nominato nel 1791 da Vittorio Amedeo III sostituto procuratore nella Corte dei Conti,poi, ministro delle finanze di Carlo Emanuele. “Collegato” con la Francia -devoto a Napoleone- nel rendiconto del 1813, quando l’Impero e il Regno minacciavano il disastro economico e c’erano grosse difficoltà a a stabilire e fissare le spese e le entrate del ’14, dichiarava: “I popoli d’Italia sono disposti in questa occasione a ciò che V.M. imperiale e reale può desiderare da loro. Essi vi hanno giurato eterna fedeltà,riconoscenza,amore. Essi sanno che solo da S.V. sperar possono la salvezza e la felicità a venire”. Per farla breve (altrimenti il “lenzuolo” diventa un tappeto volante! ): Prina benché onesto, divenne presto, per antonomasia, “il ministro delle tasse” provocando la sollevazione del popolo che,inferocito per il rincaro della vita e i salassi fiscali, si recò a casa sua (il suo studio), proprio di fronte alla casa del Manzoni (vicolo del Morone, oggi visitabile) il quale assistette alla cruenta scena: lo presero a “martellate” (scriveva il Manzoni nel “Fermo e Lucia”, di fatto erano “ombrellate”), lo fraccarono per bene,lo buttarono dalla finestra,morì (20 aprile 1814). Manzoni se ne ricordò quando descrisse i tumulti di Milano ai forni, per il rincaro del pane etc. Foscolo ne parla nella sua “:Lettera apologetica” dove,peraltro, scrive che dalla “….discordia fra popolo e popolo, cittadino e cittadino,ove non sia moderata,nasce la disunione e il sospetto reciproco, la paura universale; e favorisce la tirannide di un solo contro di molti….Che la oppressione provoca la tirannide del volgo e l’anarchia,e quindi la tirannide pessima delle spade de’forestieri”. Parole, queste, che si attagliano perfettamente a un Salvini,ieri sera tracotante e maleducato oltre ogni misura. Sfido qualsiasi italiano dotato di intelligenza e buon senso a dire se sia rimasto indifferente a sentire quel vano, offensivo e insensato parlare; a riflettere,ancora una volta,in mano a chi siamo. A leggere “La Prineide. La tragica fine di un ministro delle finanze” (autore Tommaso Grossi e avari,circolò anche una pièce teatrale, “Il ministro Prina” di G. Biffi,1867). gmaul)


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