La Morte di Ilenia è un trionfo di Vita. Questa Storia riguarda tutti

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Morire a ventuno anni. Ilenia si è spenta dopo aver combattuto con un tumore cerebrale, la stessa patologia che ha aggredito Nadia Toffa.

Ilenia non ha avuto le telecamere, i grandi giornali, la ribalta pubblica. Tuttavia, la storia di questa ragazza scomparsa troppo presto ci consegna una lezione di rara bellezza: la Morte ha un senso.

Sembrerebbe un nonsense ed è invece è l’affermazione più alta dell’Amore in tutta la sua potenza. Donando i suoi organi, Ilenia ha consentito che altri esseri umani avessero un cuore, un fegato o un rene. In altre parole, la Vita si rigenera, si autoalimenta e s’afferma il suo dominio sulla Morte.

Ho letto che Ilenia ha frequentato il Liceo Classico “Dante Alighieri”. Ho cercato di immaginare chi fosse, che gusti letterari avesse, quali fossero le sue speranze per il futuro, i suoi desideri e le sue aspirazioni. La comunità di Latina ha il dovere di stringersi attorno alla famiglia di questa ragazza, ai suoi amici, ai medici che l’hanno accompagnata nella malattia fin quando è stato possibile.

La storia di Ilenia non è una storia. E’ la Storia. Deve scuoterci, interrogarci, coinvolgerci ché in questo enorme Mistero di vivere potrebbe direttamente riguardarci. Mi son chiesto ( è da ieri che ci penso) cosa avrei fatto deciso voluto io se fossi stato al posto di Ilenia.

Dobbiamo porcele queste domande. Dobbiamo avere nei riguardi della Morte un pensiero quasi affettuoso, in quanto ella prima o poi ci verrà a trovare. Noi viviamo vegliando ch’essa arrivi e, nei suoi riguardi, dovremmo smetterla d’avere un sentimento di terrore o di negazione stessa della sua esistenza. No, ci riguarda, ci è attorno e addosso. Negli scenari di guerra che scuotono il mondo, nelle nostre famiglie e nei luoghi di lavoro. Impariamo a conoscerla, la frequentiamo.

Dunque, ho più volte detto e scritto che sono a favore del suicidio assistito nella misura in cui fossi aggredito da una patologia irreversibile. La Corte Costituzionale si è espressa sulla vicenda di Dj Fabo argomentando l’incostituzionalità dell’articolo 580 del Codice Penale, allorquando esso equipara l’aiuto all’induzione al suicidio. Chiunque abbia familiarità con la lingua italiana capisce bene la profonda alterità dei due concetti. Se mi trovassi nelle condizioni di Fabo, di Welby o di Eluana direi semplicemente, come pure Papa Giovanni Paolo II nelle sue ultime ore di Vita :”Lasciatemi tornare alla Casa del Padre”.

Certo, vi sono altre malattie che possono comportare la Morte. Come quella che ha ucciso Ilenia. Anche qui, occorre chiarire che il cancro non è una malattia incurabile. Affermarlo significherebbe togliere speranza ai pazienti oncologici e negare alcuni dati che, invece, ci consegnano un messaggio di fiducia nelle terapie e nella ricerca. Alcune persone guariscono, altre sopravvivono diversi anni. Altre ancora, come purtroppo è accaduto ad Ilenia, muoiono.

Avrei pregato anche io la mia famiglia di provvedere alla donazione dei miei organi. Lo considererei, nella eventualità d’essere giunto al tramonto della Vita, come l’opera più grande bella e edificante della esistenza. Specie se parliamo di ragazzi, di ventenni. Una paternità ed una maternità in stato embrionale, un istinto generoso volto alla supremazia della Vita sulla Morte. In altre parole la prova certa dell’esistenza di un Dio buono e misericordioso che è morto per non morire mai.


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Sono laureato in Scienza della Politica con tesi dal titolo: ”L’eccezionale: Storia istituzionale della V Repubblica francese”. Socialista liberale libertario e radicale. Mi sono sempre occupato di politica e comunicazione politica collaborando a campagne elettorali e referendarie. Ho sempre avuto una passione per il giornalismo d’opinione e in News-24 ho trovato un approdo naturale dove poter esprimere liberamente le mie idee anche se non coincidono sempre con la linea editoriale della testata. Ma questo è il sale della democrazia e il bello della libertà d’opinione.